Maxi truffa all'Inps, cinquanta indagati in Abruzzo

Maxi truffa all'Inps, cinquanta indagati in Abruzzo
Un rapporto di lavoro esistente solo sulla carta, e poi la richiesta all'Inps di Chieti di erogare per quel lavoratore dipendente, che in realtà tale non è,...

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Un rapporto di lavoro esistente solo sulla carta, e poi la richiesta all'Inps di Chieti di erogare per quel lavoratore dipendente, che in realtà tale non è, l'indennità di disoccupazione. Indennità puntualmente elargita perché i funzionari dell'ente previdenziale venivano tratti in inganno rappresentando loro falsamente il rapporto di lavoro con la società e i periodi di disoccupazione. Funziona così la presunta maxi truffa ricostruita dalla Procura della Repubblica del capoluogo teatino e che conta non meno di cinquanta indagati in due tronconi, uno coordinato dal pm Giuseppe Falasca, con 12 indagati, l'altro dalla sua collega Lucia Campo con una quarantina.


In questi giorni sono stati depositati gli avvisi di conclusione delle indagini, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. L'accusa contestata è i truffa aggravata continuata e in concorso nei confronti delle persone indagate a vario titolo in uno meccanismo che ha portato l'Inps a sborsare migliaia e migliaia di euro a favore di persone che non avevano diritto né all'Aspi né alla Naspi La prima è lndennità istituita per gli eventi di disoccupazione verificatisi a partire dal 1° gennaio 2013 ed ha sostituito l'indennità di disoccupazione ordinaria non agricola, la seconda è la nuova assicurazione sociale per l'impiego ovvero una indennità mensile di disoccupazione che ha sostituto ASpI e MiniASpI in relazione agli eventi di disoccupazione involontaria che si sono verificati a decorrere dal 1° maggio 2015 .


Il fulcro del meccanismo sembra essere un commercialista e consulente del lavoro. Il suo nome ricorre sempre negli otto episodi portati alla luce dall'indagine del al pm Falasca: secondo l'accusa era lui, la persona abilitata, per via della sua professione, ad inoltrare telematicamente all'Inps le richiesta degli emolumenti assistenziali e previdenziali. Il meccanismo truffaldino ricostruito ha permesso di accertare erogazioni di indennità di disoccupazione per oltre 36mila euro. Le prime truffe risalgomo a ottobre del 2013, le ultime a gennaio dell'anno scorso. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero