Mattucci, crolla l’impero dei fallimenti Scoperta maxi evasione da sei milioni La retata: otto arresti e 21 indagati

Mattucci, crolla l’impero dei fallimenti Scoperta maxi evasione da sei milioni La retata: otto arresti e 21 indagati
CHIETI - Otto arresti, 21 indagati e una maxi-evasione fiscale da sei milioni di euro. E ancora: 13 milioni di fatture false e lo stabilimento-simbolo della riviera pescarese, il...

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CHIETI - Otto arresti, 21 indagati e una maxi-evasione fiscale da sei milioni di euro. E ancora: 13 milioni di fatture false e lo stabilimento-simbolo della riviera pescarese, il Tortuga, finito sotto sequestro insieme a 43 conti correnti e 67 immobili dal valore di oltre 6 milioni.




L’operazione Viribus unitis della Guardia di finanza e della Squadra mobile di Chieti colpisce il piccolo impero di Mauro Mattucci, 59 anni, noto imprenditore di Montesilvano. Era lui, ricostruisce il colonnello Vittorio Mario Di Sciullo, il capo di una holding criminale in piena regola che ha costruito le sue fortune effettuando un’infinità di operazioni che sembravano avere lo stesso scopo: acquisire società sane ma in crisi di liquidità, svuotarle dei beni posseduti, intestarle a prestanome e poi farle fallire dopo averne trasferito la sede legale, spesso all’estero. La scalata di Mattucci, spiega il tenente colonnello Alberto De Ventura, è stata resa possibile dalla «sua indubbia capacità intimidatoria»: in alcuni casi imprenditori locali sono stati costretti con minacce e pestaggi a cedere le proprie attività commerciali. Violenze così pesanti che spingono Francesco Costantini, capo della Mobile, ad affermare: «Siamo al confine dell’associazione di stampo mafioso».



Ma un ruolo importante l’hanno avuto anche i professionisti che l’imprenditore ha ingaggiato per ammantare di legalità i crimini finanziari. Le accuse nei confronti degli arrestati sono associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla bancarotta fraudolenta. In carcere a Pescara sono finiti, oltre a Mattucci, il suo braccio destro Giuliano Capurri, 55 anni, e la mente finanziaria del gruppo, Antonio Gentile, 59, entrambi di Montesilvano. Domiciliari, invece, per Marco Mattucci, 37 anni (è il figlio di Mauro), Vincenzo Misso, 50, e Nando Di Luca, 32, tutti e tre residenti a Montesilvano, Carla Cameli, 58, di Roma, e Valerie Laurence Lighezolo, 48, residente a Città Sant’Angelo. Nei confronti di due noti commercialisti, Antonio Cristofanelli, di Chieti, e Lara Martini, della provincia di Frosinone, è stato notificato un provvedimento interdittivo della professione.



A CHIETI LA CENTRALE - L’inchiesta è coordinata dalla Procura teatina per due motivi. Il primo: le indagini sono scattate dopo il fallimento a Chieti di una delle dieci e passa società finite nel mirino degli inquirenti. Il secondo: gli indagati si incontravano e pianificavano le operazioni nella sede della ditta M-Recycling che si trova in via Vella, zona industriale dello Scalo. Il modus operandi della holding criminale prevedeva anche fittizie cessioni di beni strumentali, al fine di generare crediti di imposta utilizzati per non pagare le tasse, e la gestione illecita dell’attività di recupero di materiale ferroso. Un sistema collaudato che ha permesso all’organizzazione di distrarre dalle società operative cospicue risorse finanziarie concesse dagli istituti di credito, ovvero Banca delle Marche-medioleasing, per la realizzazione del centro commerciale Adriatico city di Civitanova Marche. Tutto questo è stato possibile grazie a un giro di fatture false per oltre 13 milioni di euro.



Ciò ha consentito alle società riconducibili a Mattucci di avere una liquidità notevole e, nel contempo, di ottenere crediti di imposta inesistenti che venivano utilizzati per abbattere gli oneri fiscali e contributivi. L’attività dello stabilimento balneare-discoteca-ristorante Tortuga proseguirà con un’amministrazione controllata: «Non verranno persi posti di lavoro», dicono gli investigatori. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero