Teramo, sequestrate diecimila mascherine importate dalla Cina

Teramo, sequestrate diecimila mascherine importate dalla Cina
La Finanza sequestra oltre diecimila mascherine importate dalla Cina e sprovviste di marchio “CE”. Nell’ambito dei controlli svolti dai Reparti territoriali...

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La Finanza sequestra oltre diecimila mascherine importate dalla Cina e sprovviste di marchio “CE”. Nell’ambito dei controlli svolti dai Reparti territoriali dipendenti dal Comando provinciale eseguiti per verificare il rispetto delle disposizioni emanate ai fini del contenimento dell’epidemia Covid-19  sono state scoperte due società che avevano messo in vendita  10.423 mascherine chirurgiche.


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A Mosciano Sant’Angelo, i finanzieri della Compagnia di Giulianova hanno eseguito un accesso presso una società dove hanno rinvenuto e sequestrato la quasi totalità delle mascherine chirurgiche sprovviste di marcatura CE e di attestato di conformità nonché di altra documentazione idonea a certificare correttamente il prodotto quale dispositivo medico non avendo, altresì, formalmente interessato l’Istituto Superiore della Sanità.  Inoltre, dalla comparazione dei documenti fiscali di acquisto e vendita con le giacenze di magazzino, è stata constatata la cessione di ulteriori 710 mascherine quali Dpi (KN95 – FFP2) in assenza della certificazione rilasciata dall’Inail.
All’amministratore unico della società è stata contestata la sanzione amministrativa prevista per la violazione dell’art. 15 del Dl 18/2020 per non aver provveduto agli adempimenti finalizzati a garantire la sicurezza e l’adeguatezza dei dispositivi di protezione individuale.

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Ad Atri, invece, i militari della Tenenza di Roseto degli Abruzzi hanno sequestrato presso un negozio cittadino, delle mascherine chirurgiche messe in vendita singolarmente, in violazione dell’art. 1, comma 1, dell’ordinanza n. 9, in data 09/04/2020, del commissario straordinario per l’emergenza da coronavirus. Il titolare  è stato segnalato all’autorità giudiziaria per violazione all’articolo 650 c.p. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero