Marito geloso tenta di strangolare la moglie, poi le punta un coltello alla gola: sotto accusa

Marito geloso tenta di strangolare la moglie, poi le punta un coltello alla gola: sotto accusa
Accecato dalla gelosia, forse perché convinto dell’esistenza di un amante, è arrivato a picchiare sua moglie di fronte alla loro figlia minorenne in diverse...

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Accecato dalla gelosia, forse perché convinto dell’esistenza di un amante, è arrivato a picchiare sua moglie di fronte alla loro figlia minorenne in diverse occasioni senza mai pensare alle conseguenze che quella bambina avrebbe pagato per i suoi gravissimi gesti. Violenze domestiche durate anni che hanno ferito non solo la moglie, vittima consapevole che alla fine è riuscita a dire basta e ad allontanarlo, ma anche la bambina, vittima inconsapevole. La vicenda qualche giorno fa è finita in Tribunale, a Teramo, dove è stata ascoltata proprio la donna, una 30enne teramana che si è costituita parte civile, la quale ha ricostruito i suoi anni di terrore accanto all’ex marito, lui sottoposto al divieto di avvicinamento.


L’intera vicenda risale ad un periodo che va da ottobre del 2017 fino allo scorso luglio. Secondo la Procura l’uomo, coetaneo della sua ex moglie, “anche in presenza dei figli minorenni l’avrebbe offesa e minacciata, usando violenza nei suoi confronti, percuotendola e causandole lesioni con spintoni”, si legge nel capo d’imputazione. Calci e schiaffi tanto da ingenerarle un perdurante e grave stato d’ansia e di paura e timore per la propria vita. La 30enne, insomma, quando ancora stava insieme al marito aveva già iniziato a temere che lui potesse davvero spingersi oltre. Quando poi si decise a denunciarlo, alle forze dell’ordine raccontò, così come adesso gli viene contestato, che ad agosto del 2017 l’avrebbe aggredita per futili motivi. Una lite cominciata con un diverbio verbale, finito, poi, con lui che le stringeva la mano dietro al collo e la spingeva sul divano nel tentativo di soffocarla.


Questo è ciò che la donna ha vissuto. Come quella volta, ad ottobre del 2017, un altro episodio di cui adesso deve rispondere a processo, che l’ha afferrata con forza, come fanno gli uomini vigliacchi, al collo e l’ha sbattuta sul bordo del lavandino del bagno di casa, provocandole 15 giorni di lesioni come da referto del pronto soccorso; o ancora le ingiurie e le botte date davanti alla figlia minore, quel calcio alla coscia, lo scorso 24 gennaio; un pugno allo stomaco, lo scorso 20 maggio; un coltello puntato alla gola con tanto di minaccia di morte perché convinto dell’esistenza di un amante. L’elenco è lungo. I dolori e le ferite altrettanto. La Procura, dopo la denuncia, è riuscita subito ha far scattare la misura e poi a trascinarlo a processo. Adesso ogni accusa dovrà essere provata, ma dalle indagini sono emersi molti indizi contro l’imputato. A testimoniare sono stati chiamati anche i parenti della donna, che avevano intuito quello che avveniva in casa, i lividi sospetti e le urla. Lui deve rispondere di maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza di minori e lesioni personali aggravate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero