Marito geloso maltratta la ex davanti alla bambina: allontanato da casa. Lei lo aveva già perdonato

Marito geloso maltratta la ex davanti alla bambina: allontanato da casa. Lei lo aveva già perdonato
Manesco e geloso aveva già lungamente perseguitato la compagna al punto che lei era stata costretta a cacciarlo di casa ad agosto scorso. La vittima aveva già...

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Manesco e geloso aveva già lungamente perseguitato la compagna al punto che lei era stata costretta a cacciarlo di casa ad agosto scorso. La vittima aveva già presentato più di una denuncia contro l’uomo I.M. A., 24 anni, per via di una sistematica serie di condotte offensive e violente. La coppia lancianese, coetanea, si era poi ricomposta perché lui ha chiesto scusa facendole credere che sarebbe cambiato. Nulla di più falso. Ha ricominciato a perseguitarla e ora, alla vigilia di Natale, ha ricevuto dal gip Massimo Canosa un provvedimento cautelare di divieto di avvicinamento alla donna e oggi ci sarà l’interrogatorio di garanzia, ore 9,15. Il procuratore capo Mirvana di Serio lo accusa di maltrattamenti in famiglia, aggravato dalla circostanza che i soprusi sono avvenuti anche alla presenza della figlia minore che la vittima ha avuto da un precedente matrimonio. 

Oggi l’interrogatorio, forse l’indagato si avvarrà della facoltà di non rispondere, per intanto dovrà cercare di motivare le accuse mosse dalla procura al centro del provvedimento cautelare emesso dal gip. Divieto di avvicinamento alla vittima chiesto dal Pm in quando l’uomo non è in grado di mantenere una relazione sana ed equilibrata con la propria compagna, dalla quale deve essere definitivamente allontanato con inibizione a qualsiasi contatto, a tutela della tranquillità e della stessa incolumità della donna. Racconti e denunce fatte dalla donna, secondo la procura, sono apparse riscontrate dalla deposizione fatta dalla madre di lei, avendo assistito ai recenti episodi di maltrattamenti.

Per l’ufficio inquirente l’uomo non ha alcuna capacità di rapportarsi costruttivamente con la compagna e che i suoi scatti di ira, pure con l’uso di alcool, anziché essere motivati o determinati da litigi occasionali, rappresentano la condotta usuale e caratterizzante il proprio comportamento contro la persona offesa, le cui esigenze non sono tenute minimamente in considerazione. Vittima che ha subito soprusi, controlli e pressioni sui propri spostamenti e non poteva parlare con altri. Se l’indagato viola il divieto di avvicinamento rischia di finire in carcere. L’anno delle violenze appare chiuso ma la stessa polizia lavora ad altri due casi analoghi. 

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Il Messaggero