Mare inquinato, sequestri a raffica per le fogne pirata nel Pescarese

Mare inquinato, sequestri a raffica per le fogne pirata nel Pescarese
PESCARA - Continua la lotta senza quartiere della guardia costiera agli scarichi fognari lungo il fiume Pescara e più in generale alla scorretta gestione dei rifiuti....

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PESCARA - Continua la lotta senza quartiere della guardia costiera agli scarichi fognari lungo il fiume Pescara e più in generale alla scorretta gestione dei rifiuti. Dopo i sequestri dei depuratori di Manoppello e Lettomanoppello-Santa Liberata e di uno scarico diretto fognario a Villa Raspa di Spoltore, sigilli sono stati posti ieri, su ordine dell’autorità giudiziaria, a due impianti di raccolta dei reflui fognari situati nella frazione Palozzo a Cepagatti e in località Villa Badessa, nel Comune di Rosciano. Sotto accusa in particolare la gestione dei rifiuti liquidi nelle fosse settiche, ossia in vasche poste una dietro l’altra, in cui vanno a depositarsi e che pertanto vanno periodicamente svuotate. In entrambi casi, sia in quello di Cepagatti che in quello di Rosciano, è stato invece accertato che le fosse non venivano svuotate e di conseguenza i rifiuti finivano nelle acque del torrente Nora prima e del fiume Pescara poi.


GLI IMPIANTI NEL MIRINO - Nella frazione Palozzo di Cepagatti è stata accertata la presenza di una fossa settica, situata nelle immediate vicinanze dell’argine fluviale, dalla quale si sversavano direttamente nel torrente Nora rifiuti liquidi caratterizzati da un elevatissimo inquinamento microbiologico (Escherichia Coli a 23.000.000 Ufc/100 ml a fronte del limite di legge pari a 5.000). Nel secondo caso, quello di Villa Badessa, è invece stata rilevata la presenza di una fossa settica posta a valle del depuratore, addirittura sconosciuta al personale della società di gestione dell’impianto stesso, la quale, non essendo mai svuotata, cedeva i propri reflui su un fossato nei pressi dell’argine del torrente Nora.

Alla luce di queste situazioni, sono stati nuovamente iscritti sul registro degli indagati i responsabili tecnici dell’Aca, Lorenzo Livello e Bartolomeo Di Giovanni. I due devono rispondere di attività di gestione di rifiuti non autorizzata, getto pericoloso di cose ed inquinamento ambientale. Ma Cepagatti e Rosciano non rappresentano casi isolati. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero