Sul suo profilo Facebook gli ultimi post degli amici sono fermi al mese di aprile del 2016, quando ancora era lecito sperare: «Le belle cose capitano a chi crede. Cose ancor più belle capitano a chi è paziente. Ma le cose migliori vanno a chi non s’arrende». Pian piano, intorno alla sorte di Marco Guarnieri, è subentrata una muta rassegnazione.

Fino alla notizia di giovedì: a 58 anni, gli ultimi sette dei quali trascorsi nel limbo del coma irreversibile, il popolare ristoratore pescarese si è spento nel centro specializzato di Porto Potenza Picena, dove è stato amorevolmente assistito in tutto questo tempo dalla madre Eva, dal figlio Matteo e dalla ex compagna.

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Marco Guarnieri, morto a 58 anni dopo 7 anni di coma

Ieri, ai Sette dolori, l’addio allo sfortunato operatore economico, volto noto della moda per i lungi anni di lavoro spesi nella boutique Fez, poi in uno store di proprietà prima di rilevare con successo l’Osteria dei miracoli. C’erano tutti gli amici che hanno invano sperato in un miracolo.

Marco Guarnieri rimase vittima di un grave incidente stradale i primi di aprile del 2016, mentre con la sua Smart transitava in una strada di Francavilla. Le sue condizioni apparvero subito gravi, anche se i medici inizialmente confidavano nella forte tempra del paziente, all’epoca appena cinquantenne.

Quando il quadro clinico si è stabilizzato nella condizione dell’irreversibilità, per Guarnieri fu deciso il trasferimento a Porto Potenza Picena. Commosso, l’amico Giampiero Lettere, consigliere comunale, ne ricorda la gioia di vivere e la passione per le moto: «Adesso vai, la tua Hornet ti aspetta, amico mio, gas a tutta manetta e stasera brinderò a Te. Buon viaggio Marco»