E’ stata l’equipe medica guidata dal veterinario del Pnalm, Leonardo Gentile, a salvare la vita a un cucciolo di lupo appenninico, rinvenuto a bordo strada in...
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Lupa uccisa a fucilate. E' il terzo caso in pochi mesi
Il giovane esemplare versava in stato di debilitazione. Era fortemente deperito e mostrava difficoltà a camminare. Inizialmente si era pensato a un investimento. Una volta prelevato è stato condotto nell’ambulatorio veterinario del Parco a Pescasseroli. Dalle analisi è emerso che a determinare il grave stato di salute, era stata una forma acuta di dermatite parassitaria, che lo avrebbe fatto morire di lì a poco. Si tratta di una malattia invalidante, che si localizza negli strati della cute. Colpisce un gran numero di individui. I giovani non sono più in grado di riprendersi e quindi muoiono. Mentre gli adulti, ci convivono. Il cucciolo di lupo, non è riuscito a seguire il branco, a mantenere il passo. E’ stato quindi obbligato a fare vita solitaria, in quanto le sue condizioni fisiche non gli consentivano di seguire il gruppo, che a sua volta, non può occuparsi dell’individuo più debole, lasciandolo così, al suo destino. La sfida da affrontare ora, sarà quella di ritrovare il suo branco, che sicuramente, lo riconoscerà dall’odore. «Questa vicenda evidenzia ancora una volta, la necessità di investimenti utili a potenziare sul territorio regionale i centri di recupero fauna selvatica, anche nelle aree interne - dice Sefora Inzaghi, direttrice della Riserva Gole del Sagittario - senza il prezioso soccorso del Pnalm, oggi noi non avremmo potuto scrivere un finale felice per questo lupo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero