Lucia guarisce dalla leucemia che l'ha colpita a 12 anni e si laurea: «E' stato un ciclone»

Lucia guarisce dalla leucemia che l'ha colpita a 12 anni e si laurea: «E' stato un ciclone»
La scuola sta per finire e l’estate 2012 si sta avvicinando. Lucia, una bimba di 12 anni, desidera solo trascorrere tante giornate spensierate al mare. Poi,...

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La scuola sta per finire e l’estate 2012 si sta avvicinando. Lucia, una bimba di 12 anni, desidera solo trascorrere tante giornate spensierate al mare. Poi, improvvisamente, comincia a perdere peso senza apparente motivo, ha spesso la febbre e forti dolori in tutto il corpo: sono giorni di angoscia, di analisi e accertamenti. Infine, arriva la diagnosi: leucemia linfoblastica acuta. Un verdetto che si abbatte come “Un inaspettato piccolo ciclone” sulla giovanissima protagonista di questa storia di dolore e rinascita, e sulla sua famiglia. Una storia che trova il suo lieto fine, dopo un percorso difficile e doloroso, nel reparto di oncologia pediatrica dell’ospedale di Pescara.

Dopo la diagnosi Lucia viene trasferita d’urgenza nel reparto di oncologia pediatrica di Pescara, dove trascorre più di un anno, tra la paura e la voglia di poter tornare presto al mare. Sono passati 11 anni e Lucia Villani, 23 anni, lo scorso dicembre si è laureata in Sociologia a Urbino. Oggi sta studiando per la seconda laurea in Servizi sociali. «Mi piacerebbe molto lavorare in ambito giuridico», dice. Intanto, ha voluto raccontare la sua storia in un libro che si intitola proprio “Un inaspettato piccolo ciclone”. Nel libro la protagonista descrive passo dopo passo i lunghi mesi trascorsi a Pescara, annotati in un diario che le ha fatto compagnia durante tutto il ricovero.

«Il personale del reparto ospedaliero di Pescara – ha detto agli studenti dell'Istituto alberghiero Federico II di Svevia di Termoli, dove ha presentato il libro - è diventato una seconda famiglia per me». Uno dei momenti peggiori, ricorda, è stato quello della perdita dei capelli. «Mia madre li tagliò anche lei come me - aggiunge - ed è stato di grande aiuto e conforto. Da questa esperienza sono uscita fortificata grazie al supporto della mia famiglia, le amiche e di tutto il personale del reparto di Pescara».

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Il Messaggero