Lo scrittore Nuccitelli scende dall'auto e muore stroncato da un malore

Lo scrittore Nuccitelli scende dall'auto e muore stroncato da un malore
Lutto nel mondo della cultura pescarese e più in generale abruzzese. Ieri mattina, è morto improvvisamente, a causa di un malore che non gli ha lasciato scampo, lo...

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Lutto nel mondo della cultura pescarese e più in generale abruzzese. Ieri mattina, è morto improvvisamente, a causa di un malore che non gli ha lasciato scampo, lo scrittore Alfonso Nuccitelli, 63 anni, nato a Bolognano, ma ormai da più di 50 anni residente nel capoluogo adriatico. Nuccitelli è deceduto purtroppo in strada. Inutili tutti i tentativi di soccorso da parte dei sanitari del 118, giunti sul posto con due ambulanze. A stroncarlo, forse, un infarto fulminante.


Da quanto emerso, stava percorrendo a bordo della sua auto via Sacco, quando proprio vicino ad un deposito della Tua si è fermato, è sceso dal mezzo per cercare probabilmente aiuto e poi si è accasciato a terra, senza più dare segni di vita. A dare l'allarme, sono stati alcuni passanti. Dentro la macchina, il suo cane. Della tragedia, accaduta poco dopo le 8.30, sono stati informati i carabinieri, a cui poi è toccato il gravoso compito di avvisare i familiari.

Nel giro di qualche ora, la notizia ha fatto il giro della città, lasciando in tanti senza parole. Nuccitelli era nato nel gennaio del 1956 da una famiglia di ex emigrati in Brasile, come lui stesso aveva scritto presentando i suoi lavori letterari. Dopo una carriera lavorativa fatta di esperienze nei campi più diversi, nel 2011 e quindi abbastanza tardi aveva esordito con il romanzo “La vita oltre la vita”, in cui descriveva la ricerca da parte del protagonista del nesso che esiste tra la vita terrena e la vita "dell'aldilà". Un annetto fa, era tornato di nuovo alla ribalta con “Ruvida”, lavoro che, nel novembre 2018, aveva anche presentato al circolo Aternino, in occasione del Fla, il Festival di libri e altrecose. Raccontava di quando da bambino era emigrato in Brasile sino al suo ritorno in Italia, dove per tutti era il "brasiliano". Quindi, gli anni settanta di cui aveva vissuto le varie contraddizioni. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero