Lei lo ospita, lui la violenta mentre fa la doccia. Per sfuggire allo stupro la ragazza salta sulla lavatrice

Chieti: camerunense era ospite della coppia perché i tre avevano lavorato insieme durante l'estate

Lei lo ospita, lui la violenta mentre fa la doccia. Per sfuggire allo stupro la ragazza salta sulla lavatrice
Approfittò del momento in cui la coinquilina era sotto la doccia, entrando nel bagno ed abusando di lei, che pure lo aveva respinto e che aveva cercato di fuggire saltando...

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Approfittò del momento in cui la coinquilina era sotto la doccia, entrando nel bagno ed abusando di lei, che pure lo aveva respinto e che aveva cercato di fuggire saltando sulla lavatrice. Ieri il tribunale di Chieti ha condannato a 10 anni, tre di più di quelli chiesti dall'accusa, e al risarcimento dei danni un giovane di origine camerunense di 28 anni, A.A.A. le sue iniziali, accusato di violenza sessuale, nei confronti di una ragazza di 23 anni che denunciò il fatto in Questura dopo essersi fatta medicare in ospedale.

Il collegio giudicante, presidente Guido Campli, a latere Mauro Sacco ed Enrico Colagreco, ha disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e alcune sanzioni accessorie. Il fatto si verificò il 6 ottobre del 2021 a Francavilla al mare, nell'abitazione in cui la ragazza viveva con il compagno. Il camerunense era ospite della coppia, a quanto pare in maniera temporanea, dal momento che i tre avevano lavorato insieme durante l'estate. Il pubblico ministero Giancarlo Ciani aveva chiesto la condanna a sette anni e nessuna attenuante, il tribunale ha disposto l'interdizione perpetua dai pubblici uffici e alcune sanzioni accessorie.

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L'imputato, che ha seguito l'udienza in videoconferenza dal carcere di Pesaro, dove è detenuto, non si è sottoposto all'esame e, con l'assistenza di un interprete, presente nell'aula di Chieti, è stato messo al corrente di ogni fase dell'udienza, fino alla sentenza. Per il pm Ciani dal processo è emersa in maniera assolutamente certa la piena responsabilità dell'imputato rispetto al fatto contestato; definito coerente il racconto della persona offesa, che non è caduta in alcuna contraddizione né ha mostrato astio o risentimento.

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«L'imputato ha ammesso il fatto dialogando con il fidanzato della persona offesa ma ha cancellato i messaggi che poi sono stati riferiti dal teste: è l'ennesima dimostrazione di confessione stragiudiziale», ha concluso il Pm. Ha parlato invece di deposizione della parte offesa che denota carattere di incoerenza logica l'avvocato difensore, Paolo Cacciagrano, e di vicenda contornata da elementi di stranezza, come ed esempio, il fatto che il giovane e la vittima, dopo il fatto abbiano percorso dieci chilometri insieme sullo stesso monopattino. La vittima, che si è costituita parte civile assistita dall'avvocato Italo Longo, ha chiesto un risarcimento di 100.000 euro. Il legale, ha evidenziato, tra l'altro, come il 28enne abbia cercato immediatamente di fuggire. Fra 90 giorni si conosceranno le motivazioni, poi con tutta probabilità il caso finirà in appello.

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Il Messaggero