Le squillo costrette a prostituirsi con i riti woodoo: ecco come venivano usati i soldi

Le squillo costrette a prostituirsi con i riti woodoo: ecco come venivano usati i soldi
Le donne costrette a prostituirsi perchè ricattate con i riti woodoo. E i soldi della prostituzione nigeriana abruzzese e marchigiana, più di 7 milioni di euro in un...

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Le donne costrette a prostituirsi perchè ricattate con i riti woodoo. E i soldi della prostituzione nigeriana abruzzese e marchigiana, più di 7 milioni di euro in un anno, finiti nel circuito bancario ed economico della Nigeria. E’ quanto ha scoperto la Squadra mobile di Teramo e la Direzione distrettuale antimafia (Dda) dell’Aquila che in meno di un anno hanno disarticolato una pericolosa associazione a delinquere, con base operativa nella provincia di Teramo, ma operante anche ad Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, nelle Marche, composta da cittadini nigeriani, 4 donne 5 uomini, dediti a trasportare ingenti somme di denaro in Nigeria. Denari nascosti dentro tappeti, scarpe, doppi fondi di valige. Di questi 400 mila sono stati sequestrati nel corso dei controlli all'aeroporto di Fiumicino, scalo principale scelto per il traffico illecito. I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata alla commissione dell'illecito intermediazione finanziaria autoriciclaggio e riciclaggio internazionale oltre al reato di tratta di esseri umani.


«Questa indagine  - ha evidenziato il procuratore capo dell'Aquila Michele Renzo - è andata a fondo riuscendo a toccare i meccanismi grazie al quale il crimine paga. Abbiamo seguito il denaro, le strade che esso percorre per essere pulito, riciclato. Una indagine particolarmente complicata, ma che ci da una grande soddisfazione, abbiamo colpito il profitto, il cuore di un attività criminale». Una raccolta illegale del risparmio, per farlo arrivare dopo vari passaggi nel luogo di destinazione, che si traduce nel meccanismo dell’Hawala. «Questi signori arrestati - ha detto il sostituto Mancini - avevano il ruolo di collettori di denaro di provenienza illecita, principalmente la prostituzione, e di corrieri. Ogni mese,  portavano il denaro in Nigeria, occultandolo dentro le valige, imbarcate all'aeroporto di Fiumicino, anche fino a 120 mila euro a viaggio. L'artigianalità del meccanismo, non deve trarre in inganno: era un sistema ramificato e organizzatissimo. In meno di un anno gli arrestati, sono andati in Nigeria un centinaio di volte, possiamo stimare che solo 8 persone in dieci mesi hanno portato più di 7 milioni di euro. Ci troviamo di fronte ad un imponente profitto, che prende letteralmente il volo». Il  trasporto avveniva dietro un compenso pari ad una percentuale della somma che il committente voleva fare recapitare in Nigeria. Poi contatti telefonici, sms, whatsapp con codici dati al committente permettevano al destinatario in Nigeria di ritirare il denaro in valuta nigeriana, frutto di violenze, schiavitù, riti woodoo di decine di giovani messe in strada a prostituirsi.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero