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I suoi colori erano vividi, gioiosi, e tra questi il fucsia che Juan Carlos riteneva rappresentasse l'anima della donna. L'artista argentino, studi a La Plata, venuto nel 1975 in Italia per sfuggire alla rivolta dei colonnelli, era il periodo di Peron, è deceduto l'altra sera per un male incurabile all'hospice Alba Chiara. Una malattia che ha tenuto per sé, in pochi l'hanno saputo, e che l'ha stroncato in un mese.
Pittore, poeta, appassionato di tango, il 67enne, ha deliziato Lanciano e tanti altri luoghi con le sue performance artistiche. Gabbiani in volo, cavalli con la criniera al vento, fiori di colore vermiglio erano i suoi capisaldi. In tanti lo hanno conosciuto nel suo atelier di piazzale Cuonzo. I funerali si terrano oggi, alle 15, nella chiesa dello Spirito Santo. Enorme il dolore di quanti l'hanno conosciuto. Scomparsa annunciata dal figlio Kito, Lina, Sonia, Oscar, gli amici e i commercianti di piazzale Cuonzo.
Il maestro Juan Carlos aveva tenuto il suo ultimo vernissage nella chiesa di San Legonziano dal 7 al 18 settembre scorsi; titolo Il tempo sospeso. Ha disegnato un quadro con gabbiani anche per Papa Giovanni Paolo II. Attestati di stima e commozione anche da parte di artisti di fama internazionale quali sono il pianista Michele Di Toro e il musicista Alexian Santino Spinelli. In Argentina si erano conosciuti e diventati amici Juan Carlos e Roberto Gargarella, l'altro noto pittore sudamericano, con doppia cittadinanza italo -argentina, che vive ugualmente a Lanciano, già consigliere comunale. Siamo giunti in nave a Napoli nel 1975 ricorda Gargarella. La prima notte siamo stati anche derubati. Un grande artista che lascia un forte vuoto.
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