Lancia bottiglia incendiaria all'amico. «Era solo uno scherzo»

Lancia bottiglia incendiaria all'amico. «Era solo uno scherzo»
Per uno “scherzo” ad un amico un 37enne di Pineto dovrà rispondere davanti al giudice di procurato allarme. Il fatto risale al pomeriggio del 4 gennaio scorso....

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Per uno “scherzo” ad un amico un 37enne di Pineto dovrà rispondere davanti al giudice di procurato allarme. Il fatto risale al pomeriggio del 4 gennaio scorso. Alcuni passanti notarono una bottiglia incendiaria nel parcheggio antistante un capannone industriale, in via dell'Artigianato a Pineto. L'allarme fu tempestivo e l'immediato intervento dei vigili del fuoco di Roseto scongiurò che le fiamme provocassero danni all'immobile. Le indagini portate avanti dai carabinieri del posto, dopo un’accurata indagine hanno fatto luce su questo episodio, che aveva allarmato moltissimo le autorità locali e la cittadinanza in quanto si era pensato si trattasse di un atto intimidatorio nei confronti del titolare dell'attività.


Gli accertamenti dell'Arma invece hanno consentito di scoprire cosa effettivamente accadde quel pomeriggio: fu semplicemente una bravata, uno scherzo tra amici. Il titolare dell'attività, D.A.L., di 37 anni, del luogo, infatti, che in quei giorni aveva cessato l'attività ed avrebbe dovuto restituire il locale commerciale al legittimo proprietario, insieme ad alcuni amici stava provvedendo a ripristinare il capannone dandogli una pulita e una sistemazione generale. Così aveva pensato “bene” di fare uno scherzo ad uno dei suoi amici, che in quel momento era intento a ritinteggiare una parete esterna. Mentre quest'ultimo era sulla scala, a circa due metri d’altezza, D.A.L., si era avvicinato a lui con il passo felpato e aveva dato fuoco alla bottiglia incendiaria per far sobbalzare il poveretto, che si in teoria si sarebbe dovuto spaventare a causa dell'esplosione ingenerata.


Tuttavia l'esplosione non ci fu. Ma si alzarono solo le fiamme che spaventarono i vicini. All'arrivo della polizia stradale di Teramo e dei Vigili del Fuoco, D.A.L., per sua stessa ammissione, quel giorno ebbe paura di confessare lo scherzo e così prese piede l'ipotesi dell'atto intimidatorio di sconosciuti ai suoi danni. Ora che i militari hanno scoperto quel che accadde realmente quel pomeriggio, l'uomo dovrà rispondere all'autorità giudiziaria del reato di procurato allarme. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero