L’Aquila, Via Sallustio dimenticata tra demolizioni e ritardi

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L’AQUILA - Via Sallustio oggi si presenta come una via...

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L’AQUILA - Via Sallustio oggi si presenta come una via completamente abbandonata. A pochi passi dal centro storico e dal corso, era un tempo una delle vie principali della città piena di attività commerciali, di abitanti e di uffici. Un palazzo è stato demolito completamente in questi giorni. Poi anche le macerie saranno portate via. Ma, guardando la situazione, è facile comprendere che per gli altri palazzi di Via Sallustio ci vorrà molto tempo ancora. A seguire le operazioni spesso si ritrovano i proprietari del palazzo. Uno di loro è Luca Sette. Fu suo padre nel lontano 1964 a costruire il condominio denominato “Sette-Farda” che ospitava prima del sisma ben sette famiglie aquilane. L’amarezza del proprietario riguarda però il destino di questa via aquilana, esclusa dall’asse centrale a suo giudizio in maniera completamente sbagliata. Oggi Via Sallustio appare infatti completamente in abbandono tra erbacce, qualche cantiere, l’ironica scritta “svendo puntelli” e la consapevolezza che per riportarci la vita ci vorrà un bel pó. In effetti tutto sembra essersi fermato al 6 Aprile del 2009 come in altre strade del centro storico. Eppure dieci anni fa, questa era la strada dell’Upim, del via vai che si generava per la presenza degli uffici postali, dei primi negozi attrezzati di tecnologia e di tante altre attività con negozi e uffici. Il palazzo, la cui demolizione è praticamente ultimata, ospitó pure la cassa del mezzogiorno. I sentimenti di chi osserva le demolizioni sono un misto di tristezza e speranza, come conferma Luca Sette. Di ricordi e aneddoti di una vita che appartiene al passato. Il palazzo verrà ricostruito entro tre anni. Almeno queste sono le tempistiche ipotizzate. Ma intanto tutto attorno sembra uno scenario di guerra e l’impressione è che si sia partiti con ritardo. Con dieci anni di ritardo, appunto. A breve dovrebbero partire altre demolizioni ma la paura dei residenti è di non poter ricordare in futuro questa via come era un tempo. Con i lavori, è evidente, non si va di pari passo e il timore è proprio questo, ci conferma Sette. Gli aquilani potrebbero non tornarci e la lenta ricostruzione rischia seriamente di scoraggiare chi prima ci viveva. O magari qualcuno ci tornerà pure tra tre anni con i disagi di ruspe e cantieri attorno, a lavoro per altri palazzi, come accade in altre parti del centro storico già oggi con la difficile convivenza tra la ricostruzione e la vita. Il paradosso è che nell’area ci sono edifici che hanno avuto una loro storia: le Poste, l’UPIM, il palazzo delle suore Ferrari e altri edifici antichi. A dieci anni dal terremoto questo è uno degli interventi di demolizione più importante ma c’è ancora tutto da scrivere a Via Sallustio. Le decisioni sono prese ormai ma residenti e proprietari avrebbero voluto, confermano, che i progetti degli edifici vicini fossero portati avanti insieme. Un piano di ricostruzione che, secondo alcuni, poteva essere gestito diversamente.

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Il Messaggero