L'Aquila, tentato stupro nel cuore della città: l'indagato chiede lo sconto di pena

L'Aquila, tentato stupro nel cuore della città: l'indagato chiede lo sconto di pena
Sul tentato stupro e rapina con lesioni gravi nel centro storico dell'Aquila, il 7 giugno scorso, l’imputato si “butta in avanti” e chiede, ancor prima...

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Sul tentato stupro e rapina con lesioni gravi nel centro storico dell'Aquila, il 7 giugno scorso, l’imputato si “butta in avanti” e chiede, ancor prima dell’apertura del processo, uno sconto sull’eventuale condanna che il Tribunale potrebbe comminare. A quattro mesi circa dal grave episodio, accaduto lungo Costa Masciarelli nel cuore della notte ai danni di una 31enne aquilana protagonista prima di un tentato stupro poi di una brutale aggressione a scopo di rapina, e a un mese dall’apertura del processo, chiesto con il rito del giudizio immediato dal Pm Marco Maria Cellini, c’è una prima svolta sul caso giudiziario.

Indagato il 29enne egiziano, Elhadidi Hani Rabie Abdelrahman. Giovane che, arrestato a tempo da record dagli agenti della Seconda sezione della Squadra mobile della Questura dell’Aquila mentre tentava di imbarcarsi dal porto Civitavecchia per la Tunisia o Barcellona, si è giustificato in prima battuta dicendo di non ricordare nulla di quei momenti, di non riuscire a focalizzare addirittura il giorno stesso degli addebiti a lui mossi, sostenendo al contrario che qualcuno avesse messo qualche sostanza stupefacente all’interno della bottiglia di vino da lui consumata dentro una kebabberia lungo il Corso stretto, dove si trovava anche la ragazza aggredita con la mamma (entrambe assistite dall’avvocato Deborah Di Pasquale), insieme ad altri amici.
Difesa dello straniero che non ha convinto né il Pm né lo stesso Gip che sulla scorta dei precedenti specifici del giovane (considerato come un soggetto pericoloso, noto alle forze dell’ordine per casi di spaccio di sostanze stupefacenti ma anche per aver posto in essere aggressioni in generale) e della richiesta dello stesso Pm Cellini, ha disposto per lo stesso, la permanenza in carcere a Velletri.

Nel frattempo come strategia difensiva l’imputato ha chiesto di aderire al rito abbreviato per avere uno sconto di pena in caso di condanna.

La ragazza selvaggiamente picchiata (con 70 giorni di prognosi) è stata costretta a subire anche un intervento chirurgico per porre rimedi alle gravi lesioni riportate: pugni e calci talmente forti e ripetuti che gli investigatori hanno rinvenuto sul luogo dell’aggressione un anello spaccato, riconducibile al 29enne egiziano con scritte in arabo. Il tutto per rubare alla fine i 50 euro che la giovane aveva prelevato poco prima presso il bancomat della Bper dei Portici e che teneva custoditi dentro il portafoglio. Furia del giovane scatenata dal diniego della ragazza di avere un rapporto sessuale con lui che nel frattempo si era denudato. L’avvocato Di Pasquale, nella costituzione di parte civile ha avanzato richiesta provvisionale di 20mila euro in sede penale salvo poi chiedere il resto del risarcimento in se

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Il Messaggero