«La messa no, la scuola è laica»: è polemica per funzione del 4 Novembre

E’ scontro dopo l’invito della preside a disertare la cerimonia del 4 Novembre per i Caduti, tra dirigenza scolastica, genitori e l'ex sindaco di San benedetto dei Marsi D'Orazio. La scuola ha voluto salvaguardare i molti alunni di diverso credo religioso, che avrebbero dovuto essere sistemati diversamente

«La messa no, la scuola è laica»: è polemica per funzione del 4 Novembre
Polemica alla scuola primaria e secondaria di primo grado di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, dove la dirigente scolastica ha dato indicazione di non...

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Polemica alla scuola primaria e secondaria di primo grado di San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila, dove la dirigente scolastica ha dato indicazione di non far partecipare gli alunni alla messa che era in programma durante la cerimonia del 4 Novembre, che si è tenuta in paese, organizzata dall’amministrazione comunale. Non tutti i genitori avrebbero gradito e il consigliere provinciale, ex sindaco, Quirino D’Orazio, ha voluto commentare l’accaduto riportando anche il pensiero delle famiglie dei ragazzi. «Si è creato un problema dove non c’è mai stato. I bambini e i ragazzi delle scuole hanno partecipato alla cerimonia anche lo scorso anno - sottolinea l’ex sindaco - partecipando sia alla sfilata del corteo e alla messa. Quest’anno sono rimasti piazza in attesa che terminasse il rito sacro. Un fatto strano che ha creato malcontento tra i genitori. La dirigente scolastica ha deciso di non far partecipare i ragazzi alla messa perché, secondo la risposta degli insegnanti, “la scuola è laica”. Ma mi sembra una decisione che non rispetta la maggioranza dei genitori e questo, comunque, ha creato malcontento in paese».

 


«D’altronde - precisa un insegnante - questo è stato deciso per rispettare quanto prevede la legge in relazione alla laicità dello Stato, che pone una serie di limitazioni agli atti di culto». Ma a questo proposito un dirigente in pensione ha precisato: «Le istituzioni scolastiche possono (con apposita delibera degli organi collegiali), proprio in considerazione della non indifferenza dello Stato verso tutte le espressioni della vita sociale dello studente - cittadino, decidere di informare studenti e famiglie circa lo svolgimento di atti di culto, che si svolgano “fuori dalla scuola e dalla programmazione didattica”, oppure “nella scuola in orario extracurriculare” o “fuori dalla scuola in orario scolastico”, assicurando a tutti gli alunni - studenti la libertà di parteciparvi o meno». E precisa: «I dirigenti scolastici che consentissero gli atti di culto nell’osservanza dei limiti sopraindicati non violerebbero alcuna legge né commetterebbero alcun reato di interruzione di pubblico servizio e, quindi, non devono ricevere alcuna contestazione di addebito e/o valutazione negativa».


«L’idea di non far partecipare gli alunni a tutta la cerimonia, messa compresa - prosegue D’Orazio - ha creato delle problematiche dato che il dirigente scolastico e i docenti devono tenere in conto che non stiamo parlando di una semplice messa, ma di una vera e propria commemorazione religiosa in memoria e in onore di chi ha perduto la vita per il bene della Patria e dei propri concittadini». Sul fronte opposto si evidenzia che la decisione presa va nel verso giusto in quanto si è voluto salvaguardare i molti alunni di diverso credo religioso, che avrebbero dovuto essere sistemati diversamente. La dirigente scolastica non ha voluto commentare. La cerimonia del 4 novembre, alla fine, si è tenuta ma gli alunni hanno atteso che finisse la messa per poi partecipare al corteo e alla cerimonia finale davanti al monumento dei Caduti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero