L’Aquila, l'allarme dell'Ance: ricostruzione pubblica bloccata

L’Aquila, l'allarme dell'Ance: ricostruzione pubblica bloccata
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L’AQUILA - Il modello L’Aquila è un modello di ricostruzione efficiente con un sistema normativo quasi esemplare. Aspetti positivi come ricostruzione sicura dal punto di vista sismico, rinnovamento energetico, rispetto delle evidenze storico monumentali, prevenzione di infiltrazioni di organizzazioni criminali e sicurezza nei cantieri con nessun incidente mortale. Ma ci sono anche criticità ed emergenze. L’Ance, attraverso il presidente Adolfo Cicchetti, traccia questo stato dell’arte registrando una buona collaborazione con i sottosegretari Crimi e Vacca e con i rappresentanti locali che sono entrati nella stessa logica dell’associazione. Risolto il problema della governance con i nuovi titolari degli Uffici speciali rimangono delle questioni chiave da risolvere perché L’Aquila deve essere, per lui, un caso nazionale. I punti dolenti sono i seguenti: licenziamenti e chiusure, per prima cosa. 1000 posti di lavoro persi per il rallentamento dei processi autorizzativi dovuti alla carenza di personale, secondo i dati della Cassa Edile. Altro nodo riguarda il personale degli enti appaltanti, mancano 67 unità all’appello e va velocizzata la procedura per il turnover. Secondo i dati dell’Ance del luglio scorso nel solo Comune dell’Aquila mancavano 1830 pratiche da esaminare. Con il personale attualmente in servizio si processano 40-45 pratiche al mese. Il problema più grande sta nella ricostruzione pubblica che è arenata e questi ritardi rischiano purtroppo di vanificare la volontà di riportare prima possibile in centro storico uffici pubblici, sedi istituzionali e scuole. Nei Comuni del cratere, sempre secondo i dati, 119 edifici su 230 sono al palo. Per le scuole 74 edifici sono ancora in macerie su 136, il 54%. << Il problema vero - rileva Cicchetti - sta nel codice degli appalti - che ha generato una sorta di incertezza endemica da parte di ogni meccanismo della funzione pubblica. Le due ricostruzioni vanno a velocità diverse - prosegue - bisogna innalzare anche la soglia delle procedure negoziate, per cui sotto un certo importo noi pensiamo che non vada fatta la procedura ordinaria >>.  Bisogna dare nuovo impulso al codice degli appalti dunque e l’Ance ha formulato anche altre proposte: creare una conferenza permanente composta da tutti gli attori coinvolti, dare una task forze di funzionari di rinforzo in tutte le stazioni appaltanti, semplificare le norme (vedi anche doppio cratere) dal momento che a volte anche tra Usrc e Usra ci sono norme e procedure diverse. Per il cratere del 2009 non si può procedere con tempi e misure ordinarie. Su questo punto Cicchetti è molto chiaro. << Fortunatamente - aggiunge -  l’architettura della governance si è consolidata e dopo gli incontri con i nuovi titolari degli Uffici la sensazione è che ci sia una strategia compiuta e anche contezza delle problematiche. Guardiamo al futuro con fiducia sapendo che il tempo perso che ha portato alla perdita di posti di lavoro e ad una contrazione del fatturato, necessiterà di uno sforzo notevole per essere recuperato >>. Anche la questione tasse, ad esempio, è frutto di una burocrazia irragionevole e fatale. Problemi che sono contenuti anche in un dossier consegnato a Crimi e Vacca.

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Il Messaggero