L’Aquila, ricariche buoni pasto solo con Mav: scontente le tante famiglie

L’Aquila, ricariche buoni pasto solo con Mav: scontente le tante famiglie
L’AQUILA - Piovono proteste sulla decisione del Comune Diritto allo Studio) che non permette più alle famiglie le ricariche dei buoni pasto attraverso gli...

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L’AQUILA - Piovono proteste sulla decisione del Comune Diritto allo Studio) che non permette più alle famiglie le ricariche dei buoni pasto attraverso gli esercizi commerciali convenzionati. Sarà così da settembre. Per questa scelta c’è una levata di scudi, rispetto a una minoranza che invece giudica il sistema adottato (era possibile farlo anche da prima e alcune famiglie già usavano il Mav ) buono e adeguato ai tempi che corrono.


Ma la maggioranza chiede al Diritto allo studio di tornare indietro sulla decisione e tentare magari una concertazione con gli esercenti e con le banche. Da settembre per ricaricare i cosiddetti bollini per il pranzo si potrà solo effettuare il versamento attraverso Mav accedendo ad un apposito link. Tralasciando le difficoltà tecniche che magari può incontrare chi non ha dimestichezza con Internet ( il diritto allo studio si propone di guidare chi ha bisogno) ciò che i genitori ritengono ingiusto è dover pagare, a parte il costo dei buoni pasto ovviamente, anche la cifra aggiuntiva di almeno 1 euro e 20 che può sembrare poca cosa ma che non è lo è per chi ha più figli e soprattutto per chi, non avendo magari grandi disponibilità economiche, trovava comodo ricaricare settimanalmente ad esempio 20 euro senza avere nessun costo aggiuntivo.

Non è possibile fare il Mav, infatti, per più figli insieme perché vanno fatti singolarmente pagando in più per ognuno. Per non pagare più volte la commissione nel giro di pochi giorni allora ( sempre per chi potrà permetterselo ) si sarà costretti per risparmiare a sborsare una cifra maggiore subito. In questo discorso non si può attribuire la colpa agli esercenti. Già l’anno scorso c’era stato il sentore di qualche malumore perché in molti avevano rinunciato al servizio. Questi non avevano in realtà nessun tipo di vantaggio nell’erogare la ricarica (e fin qui poteva anche andare bene, in tanti hanno proseguito per venire incontro alle famiglie aquilane) ma addirittura ci rimettevano del denaro dovendo effettuare a stretto giro al Comune i bonifici degli importi raccolti attraverso le ricariche dei genitori.


È legittimo chiedersi perché il Comune non abbia tentato di venire incontro anche a loro prima di prendere una decisione che scontenta la maggior parte delle persone e nella quale, alla fine, ci rimettono le famiglie stesse. Qualcuno, per provocazione probabilmente, ha minacciato di ritirare i figli dalle mense. << Non è per i soldi - afferma una mamma - è per principio. Non vedo perché bisogna pagare un costo aggiuntivo per questo servizio togliendo una comodità alle famiglie e complicando le modalità. Sarebbe bastato - conclude - venire incontro agli esercenti facendo una convenzione con le banche e togliendo anche a loro quel costo in più >>. In molti segnalano poi disservizi che accadrebbero spesso per effettuare il Mav e la scomodità di essere legati agli orari delle banche. Non tutti hanno l’home banking.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero