L'Aquila e Avezzano, l’interruzione volontaria di gravidanza è attiva con i farmaci

Il professor Maurizio Guido: «Il servizio è sempre stato attivo in questo ospedale. Abbiamo la fortuna di avere più di un medico non obiettore che se ne occupa»

L'Aquila e Avezzano, l’interruzione volontaria di gravidanza è attiva coi farmaci. Nella foto il professor Maurizio Guido e la dottoressa Ilaria Colagrande
E’ attivo da oltre una settimana negli ambulatori di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale San Salvatore il servizio di interruzione volontaria di gravidanza...

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E’ attivo da oltre una settimana negli ambulatori di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale San Salvatore il servizio di interruzione volontaria di gravidanza farmacologico, nel più totale rispetto della privacy delle pazienti, che sarà offerto in alternativa al tradizionale metodo chirurgico adottato fino ad oggi. A darne notizia sono il professor Maurizio Guido, primario del reparto e la dottoressa Ilaria Colagrande che ne ha curato l’organizzazione in stretta collaborazione con la Direzione sanitaria. «Il servizio è sempre stato attivo in questo ospedale - spiega Guido-. Abbiamo la fortuna di avere più di un medico non obiettore che se ne occupa. Finora è stato garantito sempre, anche durante il periodo della pandemia con cadenza quindicinale in sala operatoria, in base a quanto stabilito della legge 194. Da una settimana, inoltre, abbiamo attivato il servizio di interruzione volontaria di gravidanza farmacologico, così come prevede l’aggiornamento della legge, in seguito all’arrivo dei farmaci che permettono questa via. L’interruzione chirurgica è stata la modalità tradizionale fino ad oggi. Ora, in alternativa, si può eseguire la farmacologica, senza accesso in sala operatoria».


«Si tratta di un servizio fondamentale perché si dà alla paziente la possibilità di scegliere la modalità più adatta a lei - afferma la Colagrande -. C’è un primo accesso con un counseling e, se le settimane gestazionali lo consentono, viene data l’opportunità di scegliere tra le due metodiche. La farmacologica ha i vantaggi di evitare i rischi legati all’intervento e all’anestesia generale e permette alla paziente di fare più accessi di tempo limitato per l’assunzione dei farmaci, tornando poi a casa, ed eseguendo dopo due o tre settimane un controllo ecografico, per verificare che la procedura sia andata a buon fine. Nel 3-5% dei casi, infatti, la procedura può non essere sufficiente, quindi si rende necessario l’intervento». «Abbiamo organizzato un ambulatorio dedicato con il personale e un ecografo e organizzato la modalità di accesso del day hospital -  aggiunge - Questi passaggi burocratici hanno richiesto tempo. Considerata la delicatezza della situazione, inoltre, abbiamo lavorato per garantire una privacy maggiore in un ambulatorio dedicato. La paziente, quindi, non deve sostare in un reparto di degenza dove inevitabilmente verrebbe a contatto con personale ospedaliero». Colagrade infine sottolinea che il servizio farmacologico può essere un’opzione anche per le donne che vanno incontro a un aborto spontaneo interno. Il servizio è attivo anche ad Avezzano.
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Il Messaggero