L'Aquila, auto piomba sul cortile di un asilo. Parla un papà: «Mia figlia si è salvata per miracolo. Per un po’ non le diremo la verità»

«Mia figlia si è salvata per miracolo: solo perché stava giocando all’interno della casetta a pochi metri di distanza». Roberto Santilli, aquilano,...

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«Mia figlia si è salvata per miracolo: solo perché stava giocando all’interno della casetta a pochi metri di distanza». Roberto Santilli, aquilano, è il papà di una bimba di sei anni che ieri è scampata alla tragedia della scuola per l’Infanzia I maggio. «Ha visto tutto dalla casetta - racconta Santilli -, dove, per fortuna, tende sempre a rifugiarsi quando va in giardino». 

 

Santilli, può raccontare cosa è accaduto?
«Intorno alle 14.30 ci hanno chiamato le maestre, chiedendoci di andare a riprendere i figli per un problema importante. Ho pensato subito a una bidella anziana che di recente aveva avuto il Covid». 

 

 

Invece?
«Quando sono arrivato a ridosso dell’ingresso dell’asilo ho visto, all’interno, le ambulanze. Ho pensato che si fosse staccato un pezzo di muro. Ho capito che era accaduto qualcosa di grave solo quando sono arrivato sulla discesa. Le orecchie si sono chiuse, è come se d’improvviso avessi il silenzio intorno. Invece c’era già un girone dantesco. Ho percorso trenta metri e ho visto la macchina in giardino, con i vigili del fuoco sotto. La gente era disperata. Non ho visto mia figlia».

 

Cosa ha provato?
«Non ho avuto il coraggio di guardare. Ho pensato fosse sotto la macchina. Ho urlato il suo nome, dalle viscere. Per fortuna era già dentro la scuola. Voglio dire una cosa, però».

 

 

Prego.
«Le maestre hanno avuto una lucidità estrema, pur nella consapevolezza di un dramma senza fine. Nessuna ha perso la bussola, nonostante la scena che si sono trovate dinanzi. I bambini piangevano, ma tutti sono usciti ordinatamente dall’edificio, anche in un momento tragico. Non era facile». 

 

Quando ha preso in braccio sua figlia cosa le ha detto?
«“Papà, io sono coraggiosa: non ho pianto”. Non so cosa possa essere scattato nella sua mente e nel suo cuore. L’ho tranquillizzata, mi chiedeva dei suoi amici che piangevano. Mi ha chiesto se qualcuno fosse morto».

 

Cosa le ha risposto?
«Per un po’ non le diremo la verità».

 

 

Si è data una spiegazione della tragedia?
«Quando arrivo lì, ogni giorno, parcheggio trenta-quaranta metri prima della discesa, cerco di non arrivare mai al margine. Certo, non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere». 

 

Le auto possono entrare normalmente nel parcheggio?
«Sì, si può arrivare fino a un certo punto. È uno spazio grande, ma non comodissimo».

 

Cosa le resta dentro?


«Ieri (l’altro ieri) avevano festeggiato un compleanno insieme, c’erano molti bimbi della scuola. È incredibile che si sia passati in poco tempo dalla gioia al dramma». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero