L’Aquila, federazione di estetisti: ripartire in sicurezza economica e sanitaria

L’Aquila, federazione di estetisti: ripartire in sicurezza economica e sanitaria
L’AQUILA - “Non prima, ma come?”. È un messaggio un po’ in controtendenza rispetto a quello di altri quello lanciato da Anna De Benedictis,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
L’AQUILA - “Non prima, ma come?”. È un messaggio un po’ in controtendenza rispetto a quello di altri quello lanciato da Anna De Benedictis, estetista aquilana, che ha la sua attività in pieno centro storico, a Santa Maria di Farfa per la precisione.


Guai a far passare però il messaggio che non si vuole riaprire o lavorare ma questo va fatto in sicurezza, sia sanitaria che economica ed occorre avere certezze prima delle riaperture, questo il senso dell’appello.

Con estetisti, parrucchieri, tatutatori ed onicotecnici, racconta la signora Anna De Benedictis, in poco tempo si è creata una federazione nata dagli sforzi di Romina Paludi, presidente, e Daniela Capodicasa vice presidente che sta ottenendo molte adesioni in tutto il Paese, la Beauty Energy Union, che raccoglie ad oggi circa 20 mila firme e che è completamente slegata dalle associazioni di categoria.

“Il nostro intento - spiega Anna - è quello di poter arrivare ad una riapertura fatta in sicurezza sanitaria per l'utenza e per noi operatori. Non di minore importanza però, anche di sicurezza economica per poter sostenere tutte le incombenze pregresse e future (a fronte di un minor fatturato) alle quali saremo sottoposti. Le nostre spesso sono piccolissime imprese, che però messe insieme, formano un tessuto produttivo rilevante della nostra nazione.  Abbiamo bisogno di certezze, dobbiamo sapere prima a cosa andremo incontro o saremo a contare altre vittime e queste non di coronavirus ma di lentezza, burocrazia e mancanza di coesione fra la politica”.

Che il messaggio arrivi da una persona che ha provato sulla sua pelle tutte le problematiche del centro storico per far ripartire l’attività è significativo. Una professionista che in pratica conosce bene le difficoltà delle riaperture. In sostanza ciò che si chiede è di avere chiarezza per i protocolli da adottare ma anche a livello economico serve sostegno ora perché sarà un periodo, anche dopo la riapertura delle attività, molto ma molto delicato.

Un maggior esborso di denaro per le spese, uno scaglionamento del lavoro che comporterà più ore da fare. A questo si aggiungano pure i costi, la sanificazione ad esempio che si dovrà operare necessariamente tra un cliente e l’altro e quello per l’acquisto di dispositivi di protezione per il quale ci sono bandi a fondo perduto ma ancora non vi sono certezze su chi potrà accedervi.


Insomma un sostegno che serve ora e molto dal punto di vista dell’alleggerimento burocratico per far ripartire le imprese in maggiore sicurezza che, tradotto, può essere come proposto dalla petizione della federazione sospensione di mutui, prestiti o noleggi, sostegno per affitti, contributi per almeno sei mesi alle categorie coinvolte, ammortizzatori sociali per i dipendenti, esonero contributi Inps per 12 mesi, proroga delle scadenze fiscali. Con misure certe le attività potrebbero ripartire magari qualche giorno dopo ma con più serenità.
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero