L’Aquila, dal Congo all’Aquila con un documento per la pace: la storia del professor Barone

L’Aquila, dal Congo all’Aquila con un documento per la pace: la storia del professor Barone
L’AQUILA - È una storia che fa riflettere e indignare quella del docente del dipartimento di Scienze Umane dell’Ateneo aquilano Francesco Barone che, tante...

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L’AQUILA - È una storia che fa riflettere e indignare quella del docente del dipartimento di Scienze Umane dell’Ateneo aquilano Francesco Barone che, tante volte, mette da parte il titolo accademico per mettersi a servizio degli altri. E con l’associazione Help senza confini onlus di cui è presidente ha già all’attivo più di 50 missioni umanitarie in Africa. A lui il premio Nobel per la pace 2018 Denis Mukwege ha affidato un documento affinché anche in Italia possa essere conosciuta la drammatica situazione che vive oggi il Congo, spesso taciuta. Barone ha conosciuto il medico africano nell’ospedale di Bukavu, il suo paese, il Panzi, dove Mukwege ha curato più di 50 mila donne stuprate. Lo scenario che viene fuori da questo documento datato 4 gennaio e portato in Italia al termine della missione umanitaria del professor Barone è impressionante. Donne stuprate, bambini vittime di violenza, povertà, 4 milioni di sfollati e 6 milioni di morti. Una catastrofe di cui non si parla abbastanza. << Quello che ho visto - racconta Barone - è difficile da raccontare. Una situazione ingiusta nei confronti della quale c’è un silenzio intollerabile. Ho visto bambini morire e situazioni di sofferenza indicibili. Ricordo quando portammo del riso alle persone, non si può dimenticare l’espressione del loro volto >>. Le famiglie sono povere, spesso non possono pagare le cure dei bambini, questi una volta guariti rimangono “imprigionati” per questo motivo negli ospedali. L’associazione del professor Barone ne ha aiutati tanti a riprendersi la vita. Ma la battaglia intrapresa per far arrivare sin qui il messaggio di pace del premio Nobel non si fermerà. L’intenzione è quella di far arrivare questo grido di dolore alla Comunità Europea al più presto. 

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Il Messaggero