L’AQUILA - Non c’è pace per le palazzine Ater di Via Verzieri a Preturo (L'Aquila) dove abitavano dal 1989 circa 66 famiglie. Poi il terremoto. Alcune...
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Fatto sta che da allora le case sono disabitate e come spesso accade anche nei progetti case evacuati si ripetono in Via Verzieri furti ed atti vandalici alle proprietà dove i residenti, anche per nostalgia, vanno spesso a controllare le loro ex case avendo lasciato oggetti nei garage e mobili nelle case. I garage sembrano il posto piu preso di mira dai ladri. Ad un residente sono state rubate una bicicletta e altri oggetti dal garage appunto a più riprese ma i ladri hanno portato via bombole di gas, caldaie, tubi in rame, addirittura vestiti ma nessun mobile. Ma un’altra situazione dichiarata inaccettabile da alcuni ex inquilini è quella della discarica a cielo aperto che oggi caratterizza l’esterno delle abitazioni. Ci sono materiali di ogni tipo, probabilmente scarti di ditte, ma anche materassi abbandonati, vecchi televisori e tantissime gomme di automobili. Alcuni materiali abbandonati li hanno gettati addirittura all’interno dei garage.
Le palazzine vengono depredate ancora dai ladri che, oramai, stanno rubando anche i contatori del gas come ha notato un residente ultimamente. Di certo queste “bande” che agiscono indisturbate sono entrate più volte negli appartamenti rompendo i vetri e quando hanno trovato portani blindati che non riuscivano ad aprire in alcuni casi hanno tagliato proprio le porte stesse per entrare. Alcuni ex inquilini sono stati costretti a creare delle coperture di cartone che servono a poco, tentativo forse per far capire che almeno loro hanno ancora a cuore le loro ex abitazioni. In queste difficilmente queste 66 famiglie ritorneranno. Sembra essere questa almeno la linea dell’Ater, proprio a causa del terreno paludoso dove non si sarebbe dunque dovuto costruire. Si è avviato un discorso con il Comune dell’Aquila ancora da definire per valutare se fosse possibile lasciare a queste famiglie gli alloggi del progetto Case. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero