Crollo Casa dello studente: confermate le condanne in sede civile. Il legale delle vittime: «È ora di pagare»

L’avvocato delle vittime chiede giustizia e risarcimenti di 1,2 milioni dopo 14 anni di battaglie legali. La Corte civile dell’Aquila respinge gli appelli di Regione e Adsu POST SISMA

L'avvocata Della Vigna con i familiari di Michelone, lo studente morto. Crollo Casa dello studente: confermate le condanne in sede civile. Il legale delle vittime: «È ora di pagare»
Sul crollo della Casa dello Studente, la Corte d’ Appello civile dell’Aquila conferma le responsabilità civili e le condanne risarcitorie (per...

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Sul crollo della Casa dello Studente, la Corte d’ Appello civile dell’Aquila conferma le responsabilità civili e le condanne risarcitorie (per un milione e 200 mila euro) di Regione e Azienda per il diritto allo studio (Adsu), rigettando gli appelli proposti dai due enti ritenendoli «infondati». La vicenda giudiziaria, portata avanti dall’avvocato Wania Della Vigna del Foro di Teramo riguarda in particolare la morte di Hussein Hamade, detto Michelone ragazzo israeliano di 21 anni, studente di Medicina, deceduto il 6 aprile 2009 sotto il crollo della Casa dello Studente. L’ appello ha sottolineato i profili di responsabilità dei due ent: la Regione in quanto ente proprietario del bene, e l’Adsu in quanto gestore, all’epoca in cui furono eseguiti i lavori di trasformazione del palazzo Angelini a studentato per universitari fuori sede, omettendo qualsiasi intervento di consolidamento strutturale atteso che l’immobile era già stato ritenuto da Abruzzo Engineering (ente regionale) fabbricato con “criticità strutturali” e quindi necessitava di interventi di consolidamento statico e sismico.

 


Dunque, responsabilità solidale di Regione e Adsu con gli ingegneri e i tecnici già condannati in via definitiva dalla Cassazione, per i reati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, crollo di edificio e disastro colposo. Pronunciamento che rigetta ancora una volta la tesi del sisma come evento eccezionale e imprevedibile tale da costituire un caso fortuito o forza maggiore, da escludere totalmente la responsabilità umana. Inoltre, la Corte ha contemporaneamente emesso altre due sentenze con le quali ha ugualmente rigettato le istenze di Adsu e Regione confermando nei loro confronti il risarcimento da lesioni per altri due ragazzi sopravvissuti sotto il crollo della Casa dello studente. «A questo punto viene da chiedersi: dopo circa 14 anni, il susseguirsi di sentenze penali e civili tutte conformi nell’attribuire la responsabilità prioritaria dell’uomo nella causa dell’evento crollo - afferma l’avvocato Della Vigna - non sia il segno tangibile che la via processuale debba ormai concludersi? Non si pensa che sia giunta l’ora di dare i giusti risarcimenti ai familiari delle vittime oppure bisogna continuare a impugnare ancora le sentenze sempre per sostenere infondatamente la colpa esclusiva del terremoto? Mi rivolgo in particolare alle autorità degli enti preposti, se non sia giunto il momento di riconoscere le responsabilità civili già definite dalle sentenze immediatamente esecutive e pagare i giusti risarcimenti ai familiari che attendono da 14 anni verità e giustizia, piuttosto che continuare ad affrontare costosissime cause che hanno determinato e stanno determinando solo un accanimento “non terapeutico”, ingiustificato di fronte a una così grande tragedia umana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero