Impicca il cagnolino della ex, «non mi devi denunciare». Condannato anche in appello

Impicca il cagnolino della ex, «non mi devi denunciare». Condannato anche in appello
Non voleva che la ragazza si rivolgesse ai carabinieri per denunciarlo e così per intimorirla non si era posto alcuno scrupolo nell’ucciderle il cagnolino. Ieri la...

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Non voleva che la ragazza si rivolgesse ai carabinieri per denunciarlo e così per intimorirla non si era posto alcuno scrupolo nell’ucciderle il cagnolino. Ieri la vicenda giudiziaria è stata discussa in sede di Corte d’Appello dell'Aquila al termine della quale, F.C. di 30 anni dell’Aquila (assistito dagli avvocato Francesco Valentini e Marco Ferrone), ma residente a Pianella, è stato condannato alla pena di 2 anni di reclusione, per essersi intrufolato abusivamente nell’abitazione della parte offesa, dopo essere evaso e per aver ucciso il cagnolino.

Il cane si blocca per la paura, escursionista soccorso sul Gran Sasso

Il fatto risale ad agosto 2019 quando il giovane, già agli arresti domiciliari per stalking, era evaso facendo irruzione nella casa di una donna, prendendo il suo cane, un esemplare di Cavalier king, e impiccandolo alla recinzione esterna dell’abitazione come atto intimidatorio. Lo scopo era drammaticamente chiaro: quello che la padrona non riferisse ai carabinieri alcuni suoi gravi comportamenti. Nonostante il dolore provato in quel momento la giovane non aveva perso tempo nel denunciarlo. Tra l’altro la scena era stata anche ripresa dalle telecamere di sorveglianza dell’abitazione. Prova inequivocabile che aveva portato l’evaso ad essere arrestato. Le indagini dei militari dell’Arma avevo portato a galla come il 30enne avesse anche un’amica della parte offesa visto che qualche settimana avevano fornito importanti informazioni ai carabinieri di Spoltore per una indagine su un caso di stalking. La Lega Nazionale per la Difesa del Cane (Lndc) si era messa subito a disposizione della proprietaria del cane, offrendo il proprio sostegno legale e ostituendosi parte civile. Il processo di primo grado si era concluso presso il Tribunale di Pescara con la condanna a 3 anni di reclusione Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero