Fermata con il telefonino mentre guida: avvocatessa minaccia i carabinieri

La professionista avrebbe detto ai militari di pattuglia: «Vi auguro tantissimi lutti nelle vostre famiglie, tantissimi lutti»

Fermata con il telefonino mentre guida: avvocatessa minaccia i carabinieri
Viene fermata dai carabinieri in via Rocco Carabba, all'Aquila, per guida con il cellulare, ma all’atto della contestazione va in escandescenza richiamando attorno...

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Viene fermata dai carabinieri in via Rocco Carabba, all'Aquila, per guida con il cellulare, ma all’atto della contestazione va in escandescenza richiamando attorno all’auto un capannello di persone e offendendo pesantemente i militari. Con l’accusa di oltraggio a pubblico ufficiale, il sostituto procuratore  Marco Maria Cellini, ha chiuso le indagini preliminari a carico di P.D.S., avvocatessa di 56 anni, dell’Aquila, (assistita dall’avvocato Roberto Tinari) con alle spalle vari incarichi nella pubblica amministrazione. La vicenda risale al 20 settembre scorso quando due vice brigadieri in servizio al Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, fermano l’avvocatessa per una violazione al Codice della Strada, sull’utilizzo di uno smartphone. La professionista, dopo aver affermato di essere un noto avvocato, avrebbe cominciato a proferire nei confronti dei militari, in presenza di più persone, frasi del tipo: «Vi auguro tantissimi lutti nelle vostre famiglie, tantissimi lutti», oppure «adesso vi faccio vedere io». Sempre secondo l’accusa, l’avvocatessa ha chiamato la centrale operativa dell’Arma per lamentare di essere stata minacciata dicendo che avrebbe firmato il verbale. Infine la richiesta di avere sul posto altra macchina dei carabinieri in quanto quelli presenti si sono rifiutati di fornire le loro generalità. Infine rivolgendosi ad uno dei due vice brigadieri, ha esclamato: «Brigadiere la vita è complicata, molto..molto..molto..che lei neppure immagina».  Ora l’avvocatessa ha 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogata, oppure presentare una memoria difensiva.


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Il Messaggero