Alpini feriti in Kosovo, uno è di Castellafiume. La mamma: «Marco è stato ferito a una gamba»

Il trentasettenne Marco Lozzi ancora non fa rientro nel suo paese natale La madre: «Mi ha detto che sta bene, è stato raggiunto solo da alcune schegge»

Marco Lozzi con la miolie Ilenia
E’ di Castellafiume, in provincia dell'Aquila, uno degli alpini feriti in Kosovo: il trentasettenne Marco Lozzi ancora non fa rientro nel suo paese natale....

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E’ di Castellafiume, in provincia dell'Aquila, uno degli alpini feriti in Kosovo: il trentasettenne Marco Lozzi ancora non fa rientro nel suo paese natale. «Sta bene - assicura la madre - è stato raggiunto solo da alcune schegge alla gambe e mi ha detto di non preoccuparmi. E’ stato ricoverato ma nulla di grave ed è, dice, in via di guarigione». A Castellafiume non si parla d’altro e sono in tanti ad attenderlo: la moglie Ilenia e il piccolo Damiano di tre anni, tantissimi amici e i tutti compaesani, con in testa il sindaco, Giuseppina Perozzi. «E’ tranquillo - ha raccontato la madre - ed è preoccupato per i colleghi che hanno riportato ferite più gravi ma sono tutti fuori pericolo di vita». «Marco - precisa un amico - fa parte del Nono reggimento alpini dell’Aquila e quella in corso non è la sua prima missione in zone a rischio. Ha sempre raccontato di non aver paura anche perché le missioni vengono organizzate in modo perfetto e mai viene messa a rischio la vita dei partecipanti».


La task force con la quale Marco operava in missione è rimasta coinvolta a Zvecan dove era intervenuta per disperdere i dimostranti serbi che manifestavano davanti alla sede del Municipio locale per protestare contro l’insediamento del nuovo sindaco di etnia albanese. I militari hanno fatto uso di granate stordenti, mentre i dimostranti hanno lanciato sassi, bottiglie e altri oggetti contro le truppe Nato. Circa venticinque i militari della Kfor (Kosovo Force), tra cui 11 italiani, sono rimasti feriti nei gravi scontri fra truppe Nato e dimostranti serbi a Zvecan, nel nord del Kosovo. Degli 11 feriti italiani, tre sono gravi ma non in pericolo di vita: avrebbero riportato ustioni e fratture Le loro condizioni cliniche, però’, sono in progressivo miglioramento.


Tutti i militari feriti sono appartenenti al Nono Reggimento Alpini L’Aquila. I militari più gravi sono ricoverati negli ospedali di Skopje e Pristina, mentre gli altri dopo le cure hanno fatto ritorno al Villaggio Italia. «Non so quando farà ritorno in Italia  - ha precisato la madre - e comunque lo sento continuamente e mi ha tranquillizzato e mi farà sapere il giorno del suo rientro». In una nota il ministero della Difesa ha spiegato che «le unità dell’Esercito Italiano erano intervenute, in concorso alle altre forze della Kfor e della Polizia kosovara, per ristabilire l’ordine e proteggere le infrastrutture pubbliche in località Zvecan, nel Nord del Kosovo. I militari Nato erano intervenuti con l’obiettivo di disperdere i manifestanti che protestavano davanti al municipio, per chiedere la rimozione del nuovo sindaco, a maggioranza albanese». Secondo il portale Kossev, la Kfor è intervenuta quando la folla si è rifiutata, nonostante l’appello dei loro leader politici, di lasciar passare due veicoli speciali della polizia kosovara, bloccati tra i manifestanti dalla mattina. E mentre i soldati cercavano di sperdere la folla i dimostranti hanno iniziato a lanciare dispositivi incendiari e sassi che hanno ferito una ventina di militari che erano intervenuti per riportare l’ordine. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero