Aielli ospita il murales contro la mafia, cancellato dal carcere dell'Aquila

Raffigura il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino, ucciso e sciolto nell’acido nel 1996

Aielli ospita il murales contro la mafia, cancellato dal carcere dell'Aquila
Nel borgo di Aielli, in provincia dell'Aquila, è possibile ammirare “Mafia Susks”, l’opera realizzata da Laika, una delle street...

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Nel borgo di Aielli, in provincia dell'Aquila, è possibile ammirare “Mafia Susks”, l’opera realizzata da Laika, una delle street artist più famose al mondo, tanto che in molti l’hanno denominata la “Banksy italiana”. Qualche tempo fa, il sindaco Enzo di Natale, ha deciso di contattare Laika proponendole di realizzare il murale ad Aielli che era stato rimosso davanti al carcere Costarelle dell’Aquila. “Mafia Susks” (“La mafia fa schifo”) ritorna così sui muri: l’opera della giovane e misteriosa street artist romana Laika è stata nuovamente realizzata in un prospetto del municipio del piccolo Comune di Aielli, borgo nel cuore della Marsica, salvato grazie a progetti di riqualificazione urbana di street art.

 

 

 

LA VITTIMA
Il murale raffigurante il piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino, ucciso e sciolto nell’acido dalla mafia l’11 gennaio del 1996., era stato affisso a pochi metri dal carcere di Preturo dove è rinchiuso Matteo Messina Denaro ed era stato rimosso. Ignote le ragioni della rimozione del poster, che ricordava la cattura del superboss e mandante del suo omicidio, lo stesso Messina Denaro, detenuto in regime 41-bis. Il murale era comparso all’improvviso, realizzata dall’artista dal volto mascherato che conta 14mila follower su Instagram.
Adesso quel murale è stato rigenerato ad Aielli, con lo stesso messaggio e la stessa valenza simbolica: una rivalsa nei confronti della mafia. «Ad Aielli  - scrivono in una nota i componenti di Borgo Universo - siamo fermamente convinti che quando si ha una determinata risonanza sia opportuno assumersi delle responsabilità e riteniamo che in questo mondo sia impossibile non prendere una posizione». E concludono il loro messaggio: «Da oggi Aielli racconterà anche la storia del giovane Giuseppe Di Matteo, perché “La mafia fa schifo” e bisogna combatterla senza paura».

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Il Messaggero