Arrivano interrottamente sul sagrato della chiesa di Santo Stefano, a Turrivalignani (Pescara). A piccoli gruppi, in silenzio. In molti tengono in mano un fiore bianco che poi...
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Poi arrivano le domande, inevitabili davanti ad una tragedia così grande. Perché Dio ha permesso che fosse rubata questa piccola vita? «È nell’ordine delle cose che i figli piangano la scomparsa dei propri genitori, ma non ilcontrario. Il modo più eloquente per comprendere questa tragedia - dice ancora Don Nicola – è lo strazio di questa famiglia. Amate la vita, non andate a cercarla nell’alcol, nella droga, nel fumo. Ti accolgano in paradiso gli angeli, i martiri, tutti i bimbi che sono morti prima di te. Prega per noi, piccolo angioletto». Mentre i canti delle suore di Brecciarola accompagnano una funzione raccolta, c’è tutto il paese fuori e dentro la chiesa. Ci sono i familiari, stretti intorno al papà Marco De Luca che sorregge sua moglie, ci sono amici, conoscenti, il sindaco Gianni Placido. Ci sono i bimbi e le insegnanti delle scuole dell’infanzia e primaria di Turri. Sono proprio le maestre di Killian, Rita, Raffaella, Roberta ed Emanuela a voler salutare la piccola bara bianca con la foto del piccolo. «Ti ricorderemo con quell’espressione gioiosa e serena, quando con il tuo zainetto rosso entravi all’asilo. Vorremmo poterti abbracciare e gioire del tuo sorriso ancora una volta. Non ci sarà gioco o canzone che non faremo senza di te. È stato meraviglioso conoscerti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero