Coronavirus, infermiere contagiate: sotto inchiesta i vertici di due case di cura

Coronavirus, infermiere contagiate: sotto inchiesta i vertici di due case di cura
Iscritte nel registro degli indagati le figure di vertice di due case di cura del Pescarese. Le ipotesi di reato, a carico delle due persone finite sotto inchiesta, sono omicidio...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

Iscritte nel registro degli indagati le figure di vertice di due case di cura del Pescarese. Le ipotesi di reato, a carico delle due persone finite sotto inchiesta, sono omicidio colposo e lesioni personali colpose. La vicenda riguarda i contagi avvenuti lo scorso anno, nella prima fase dell’emergenza Covid, all’interno delle due strutture: alcuni operatori sanitari contrassero il virus, finendo per diffondere il Covid anche in famiglia, con esiti talvolta drammatici. Poco tempo dopo partirono tre esposti, nei quali si punta il dito contro i vertici delle cliniche private, accusati di non avere fornito i necessari dispositivi di protezione ai dipendenti e dunque di non avere garantito al personale la possibilità di operare in sicurezza durante l’emergenza.

In particolare, nella fase più acuta della pandemia, gli infermieri sarebbero stati costretti a combattere il virus senza un sufficiente quantitativo di dispositivi di protezione o comunque con mascherine e protezioni scarsamente efficaci. L’esposto più corposo reca la firma di una ex infermiera, che prestò servizio nella casa di cura dall’11 marzo al 3 aprile 2020. La donna, assistita dall’avvocato Carlo Corradi, sostiene di avere contratto il virus sul posto di lavoro, finendo poi per contagiare l’intero nucleo familiare: padre, madre, zio e figlia minorenne. Il padre, di 64 anni, un mese dopo morì in ospedale proprio a causa del Covid.

Il secondo esposto venne presentato dal compagno di un’infermiera, anche lui contagiato. Il terzo esposto, infine, fu depositato dal Nursind, il sindacato degli infermieri. Il sostituto procuratore Anna Benigni, titolare del fascicolo, lo scorso anno inviò i carabinieri forestali del nucleo Nipaaf nelle due strutture sanitarie, dove furono acquisiti numerosi documenti e vennero ascoltate diverse persone. Negli ultimi giorni i forestali hanno compiuto ulteriori acquisizioni, riguardanti in particolare le cartelle cliniche di alcuni pazienti. 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero