Inchiesta sui lavori per le scogliere: sequestri in Abruzzo

Inchiesta sui lavori per le scogliere: sequestri in Abruzzo
Scatta un sequestro preventivo per equivalente di 900 mila euro per cinque degli undici indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'affidamento dei lavori per il...

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Scatta un sequestro preventivo per equivalente di 900 mila euro per cinque degli undici indagati nell'ambito dell'inchiesta sull'affidamento dei lavori per il consolidamento delle scogliere lungo il litorale di Roseto degli Abruzzi e Silvi, appaltati dalla Regione Abruzzo alla ditta Nicolaj. Il procuratore Massimiliano Serpi e l'aggiunto Anna Rita Mantini (che hanno la competenza territoriale in quanto i soldi sarebbero transitati in una banca di Pescara) avevano chiesto al gip Colantonio i domiciliari o in alternativa una misura interdittiva per i cinque indagati individuati come destinatari della misura cautelare, e il giudice ha optato per la seconda ipotesi. Luca e Galileo Nicolaj (titolari della Nicolaj srl), Antonello Mancini (direttore tecnico di cantiere), Fernando Fusilli (legale rappresentante della ditta) e Cristiano Ferrante (direttore dei lavori) sono interessati al sequestro.


Per i due Nicolaj e Fusilli è stato disposta anche l'interdizione temporanea, per un anno, a contrattare con la pubblica amministrazione; per Ferrante la sospensione dall'esercizio delle funzioni pubbliche presso l'ente di appartenenza per sei mesi; per Mancini il divieto della professione di geometra per sei mesi. Tutti, ad eccezione di Fusilli, avrebbero, secondo l'accusa, "agito per contabilizzare, nell'esecuzione dei lavori appaltati, l'uso di quantitativi di materiale lapideo superiori rispetto a quelli effettivamente conferiti nelle aree di cantiere, così lucrando sul prezzo gravante sull'ente appaltante". Si parla dunque di truffa, ma anche di frode nelle pubbliche forniture. Determinanti le intercettazioni della finanza nel momento in cui era nata una diatriba che avrebbe potuto portare alla revoca dell'appalto. «Il dominus Luca Nocolaj - scrive il gip nel provvedimento depositato il 25 giugno scorso - prima di avviare ogni "trattativa" con i funzionari preposti della Regione Abruzzo, ha cercato di interpellare ed avvicinare vari personaggi che rivestivano un ruolo di primo piano nello scenario politico ed economico locale, che potessero adoperarsi in proprio favore presso la stazione appaltante e la direzione dei lavori». E il personaggio chiave che ricorre più spesso per questo ruolo di mediatore, è Giancarlo Zappacosta, direttore del dipartimento cultura, turismo e spettacolo, «continuamente contattato per intercedere in proprio favore presso il Governatore D'Alfonso».


Ma D'Alfonso, si legge nelle carte, non ha mai voluto né parlare né ricevere nessuno. «Questo non vuole parlare», dice Zappacosta a Nicolaj, «cerca di avvicinarlo tu», ma il risultato è sempre stato negativo. Cercano di tirare in ballo anche Donato Di Matteo, ma con lo stesso risultato. «Perché tieni presente - dice Nicolaj fortemente preoccupato a Zappacosta - sono delle gravi inosservanze da parte della direzione dei lavori, quindi non ci far andare in causa, perché se andiamo in causa, questi oltre tutto ci fanno finire sotto un treno».
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Il Messaggero