Il vino abruzzese sul mercato internazionale: dalla Cina per il convegno voluto da Galasso

La delegazione cinese ospite dall'azienda Galasso e del Comune di Loreto Aprutino
Nella splendida cornice del Castello Chiola, a Loreto Aprutino, il vino locale è stato al centro di un dibattito sulla capacità dei prodotti tipici di competere sul...

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Nella splendida cornice del Castello Chiola, a Loreto Aprutino, il vino locale è stato al centro di un dibattito sulla capacità dei prodotti tipici di competere sul mercato internazionale. Presenti anche operatori arrivati dalla Cina per conoscere i prodotti locali e contribuire con la loro esperienza a migliorare la penetrazione del vino abruzzese nei grandi circuiti di esportazione a livello mondiale. L’evento promosso da Ettore Galasso, titolare dell'omonima azienda vitivinicola loretese, ha coinvolto il presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco, Il sindaco di Loreto Aprutino Gabriele Starinieri, il divulgatore Slow Food Severino Forcone, il professore Angelo Cichelli, docente dell’Università D’Annunzio di Chieti, il presidente di Romeja Group, Luis Chen, e l’enologo, Loriano Di Sabatino, delegato Onav della provincia di Pescara.


I relatori in una prima fase hanno decifrato che la serietà e la severità nella produzione sono la base per poter offrire tipicità, la relazione con un valore economico maggiore del prodotto è sicuramente giustificato dall’impegno umano e di risorse messe a disposizione. Il Montepulciano d’Abruzzo è risultato, per tutti, il vino più idoneo a sopportare l’internazionalizzazione mantenendo pressoché integra la tipicità a differenza di molti altri vini doc italiani, che magari necessitano di vitigni correttivi da utilizzare in  fase di vinificazione.

Con l’occasione, è stato presentato il nuovo vino della Cantina Galasso, a suggellare un percorso iniziato nel 2009 e dopo 8 anni di affinamento è oggi offerto al pubblico, una sfida combattuta contro il tempo che grazie alla selezione e alle caratteristiche del Montepulciano coltivato in altitudine ha permesso di ottenere una “Gran Riserva” pronta a soddisfare  l’esigenza del degustatore moderno sempre attento alla ricerca di prodotti unici.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero