Il Flamenco nel cuore dell’Aquila: quando una fotografia suscita emozioni

Un'esibizione al teatro comunale dell'Aquila
L'AQUILA Capita a volte che attraverso una foto si venga catapultati indietro nel tempo con una rapidità così intensa da farti "trettecare" il cuore,...

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L'AQUILA Capita a volte che attraverso una foto si venga catapultati indietro nel tempo con una rapidità così intensa da farti "trettecare" il cuore, per almeno 30 secondi, per usare un termine territorialmente aquilano, poi tra i fili della memoria appare l'esatto istante in cui è avvenuto lo scatto è tutto è visibile in maniera chiara, esatta, luogo, anno, evento, persone, fatti, aneddoti.

Non resta che fare un tuffo indietro in un recente passato, correva l'anno 1996, e un gruppo di giovani ragazze accomunate dalla medesima passione, iniziano a seguire il primo corso di flamenco tenuto all'Aquila, in una piccola stanza presa in affitto dall'insegnante, di origine spagnola, “Felicia”, nella struttura dei “Salesiani”. Nelle prime lezioni, vengono impartiti i primi passi per la “Sevillana”, chi balla il flamenco non può non conoscerla, è una danza tipica della città di Siviglia in Andalusia, Spagna, ballo tipico popolare che viene ballato  in occasione di feste come la "Feria de Abril".

Successivamente il corso si interrompe, ma ormai il flamenco era entrato nell’anima “gitana” delle ragazze e grazie  al sensibile intuito dell'allora direttrice della scuola di danza “Scarpette RosseLoredana Errico, (attualmente è alla direzione del Teatro dei 99), il flamenco aquilano non si ferma. La Errico avvia un nuovo corso di Flamenco, questa volta alla conduzione ci sarà Carmen Meloni e l’apprendimento di questa danza inizia a prendere davvero corpo. Insegnante, coreografa,  nel 1982 inizia lo studio di “classico-spagnolo” allo Ials con Enrique Gutierrez, continuando i suoi studi all'Accademia “Amor de Dios” di Madrid con importanti maestri come Maria Magdalena, La Truco, Tacha Gonzales, Maria Juncal , è prima ballerina della “Compagnia Flamenco Lunares” di cui è fondatrice.

L'occasione è il saggio di fine corso della scuola di danza “Scarpette  Rosse” giugno 1998 il palcoscenico è quello tra i più illustri del panorama culturale del comprensorio aquilano,  il “Teatro comunale”, durante lo spettacolo si esibiranno giovani promesse della danza e finalmente il gruppo delle giovani apprendiste “flamenchere aquilane” Tiziana, Sabrina, Raffaella, Alessia, Enrichetta, Simona e Manuela (foto), con una “Alegrías” coreografata ovviamente da una giovanissima Carmen Meloni.

Sono trascorsi quasi ventitré anni ma l’istinto flamenco,  (nemmeno il terremoto è riuscito a fermarlo), imperversa, qualcuna lascia altre si aggiungono, tra loro emerge Ester Bucci (di Bussi sul Tirino), nel 1999 inizia i suoi studi di flamenco all'Aquila, seguita dall’insegnante e ballerina Lia Ruscica, si perfeziona a Siviglia con gli insegnanti Alicia Marquez, Ursula Lopez, Rocio Marquez e Angel Atienza, nel 2003 entra a far parte della compagnia romana “Pasion Gitana” diretta da Caterina Lucia Costa, successivamente conosce la maestra e bailaora Carmen Meloni, entrerà nella sua compagnia “Flamenco Lunares”; insegnerà all'Aquila e dopo il suo trasferimento in Piemonte passerà il suo testimone all'attuale insegnante di flamenco del “Teatro dei 99” Raffaella Martella, bailaora professionista , il 2001 è l'anno di inizio dello studio del flamenco con l'indimenticata Carmen Fuentes allo Ials di Roma; Raffaella da diversi anni continua con la divulgazione e l'insegnamento del flamenco con tenacia, motivazione e determinazione doti che la porteranno a organizzare nell'estate 2019 un gemellaggio artistico con la scuola di flamenco di Pescara, che verrà poi replicato il 10 giugno all'Aquila, il tutto all'insegna di questa splendida arte, divenuta dal 2010, “Patrimonio culturale immateriale dell'umanità”.

Il coronavirus, senza preavviso, continua a limitare la pratica di questa arte, ma alla alla fine del tunnel si intravede una luce e presto tornerà a incantare,  con i suoi ritmi avvolgenti perché il flamenco non si ferma!

Sabrina Giangrande

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Il Messaggero