Il bivacco ricostruito e lasciato “parcheggiato”: serve un elicottero per portarlo in quota

L’ex ricovero “Lubrano”, oggi intitolato a Desiati, era stato spazzato via da una bufera nel 1999. La ricostruzione, complicata, è stata terminata: manca l’ultimo passaggio

Il bivacco ricostruito
L’AQUILA – Il bivacco, rosso sgargiante e nuovo di zecca, fa bella mostra di sé non dove dovrebbe, ovvero sul Gran Sasso, nella zona orientale, ma in...

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L’AQUILA – Il bivacco, rosso sgargiante e nuovo di zecca, fa bella mostra di sé non dove dovrebbe, ovvero sul Gran Sasso, nella zona orientale, ma in città, nel piazzale di un’azienda privata che si è gentilmente offerta di “ospitarlo”. Il caso, però, è tuttora apertissimo e, anzi, la speranza dell’associazione “I corridori del cielo”, che si è occupata dell’operazione, è che con l’insediamento della nuova giunta regionale la situazione possa sbloccarsi.

Il bivacco in questione è l’ex “Giorgio Lubrano”, oggi intitolato alla memoria di Piergiorgio Desiati, tecnico del Soccorso Alpino. Fino al 1999 il ricovero si trovava a quota 1.768 nella zona orientale del Gran Sasso, quella del Prena-Camicia.

Nell’autunno di quell’anno fu spazzato via da una violenta bufera di acqua e di neve per mancanza di una necessaria manutenzione ordinaria. A quel punto, grazie ai “Corridori del cielo” e alla tenacia di Paolo Boccabella, è partita un’operazione per costruire un bivacco ex novo.

Anche perché in quell’area non c’è nessun ricovero, qualora ci fosse la necessità di ripararsi in caso di cattivo tempo o di incidente di montagna. Nello stesso tempo il bivacco sarebbe un’ottima base di coordinamento per le operazioni di soccorso perché il promontorio su cui insiste è lontano da pericoli di valanghe o da altre frane. Va ricordato, inoltre, che a settembre 2021 un incendio ha distrutto il rifugio Fonte Vetica e tutta la vasta area è sprovvista di ricoveri.

LE DIFFICOLTA'

Smaltita la vecchia struttura, l’opera di ricostruzione è stata lunga e complessa ma alla fine, grazie a una sinergia importante (“Unirest”, “2 Studio”, “Volare Architettura”, “Ditta Santoferrara”, Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, Reparto Volo della GdF di Pescara, Università dell’Aquila, con i contributi della Fondazione CArispaq, di Bnl-BnPparibas, della Regione Abruzzo, dei Soci del Club 2000) si è riusciti a portarla a termine. Ora manca l’ultimo step: serve un elicottero che, con un volo di circa 800 metri da Fonte Vetica, riporti il bivacco nella sua posizione.

 

Anche qui, l’operazione sembrava bene avviata, ma il commissariamento del Comune di Calascio (su cui insiste la struttura), la pandemia e lo scoppio del conflitto russo-ucraino ha bloccato tutto. Anche perché l’Esercito, con cui l’interlocuzione era bene avviata, ha sospeso i voli addestrativi, modalità con cui si era scelto di portare in quota il bivacco. Oggi serve una precisa volontà politica per sbloccare la situazione: la Regione dovrebbe essere sensibile visto che ha stanziato fondi importanti per il recupero e il restauro di bivacchi e rifugi in tutto Abruzzo.

 

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Il Messaggero