Il Green pass smette di funzionare: «Io, escluso e trattato da impostore»

Il green pass smette di funzionare: «Io, escluso e trattato da impostore»
Vivere da no vax per due tre giorni: «Un inferno», sibila L.P., l’ultra 50enne di Teramo con tre dosi di vaccino inoculate al suo braccio, alle prese con il suo...

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Vivere da no vax per due tre giorni: «Un inferno», sibila L.P., l’ultra 50enne di Teramo con tre dosi di vaccino inoculate al suo braccio, alle prese con il suo green pass che inspiegabilmente una mattina fa le bizze e non funziona più, lasciandolo a piedi, senza poter entrare nelle librerie e nei bar, nei ristoranti e perfino dal barbiere, insomma dappertutto. Del resto un fenomeno che ha riguardato in questi giorni diversi teramani e non solo, come si spiega dalle farmacie e dalla Asl. «È terribile – prosegue L.P. - spiegavo ciò che mi era capitato, che dal primo febbraio il mio green pass non andava più, ma quasi nessuno mi credeva, tutti mettevano in dubbio la mia versione, pensavano fossi uno che millantava, un truffatore, un no vax che la voleva fare franca: mantenevano le distanze inorriditi».

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La mattina del primo febbraio L.P. s’è accorto che il suo passaporto verde restava con la spunta rossa, quando fino a poche ore prima dava il verde: «Il giorno prima ero andato in farmacia a fare un tampone perché avevo avuto qualche contatto dubbio, esame che poi si è rivelato negativo con l’arrivo di un sms del ministero. Ma in libreria non mi hanno giustamente fatto entrare. Vado al caffè la stessa cosa: è successo pure ad altri, mi dicono. Il due febbraio mi reco alla Asl: qui mettevano in dubbio la mia versione. L’unica persona gentile che ha cercato di comprendermi e di agire è stata una donna che misurava la temperatura». Il teramano riferisce che in tale contesto ha vissuto una vicenda dal sapor kafkiano: «Ho telefonato al numero 1500 del Ministero della Salute ma dopo tanti minuti di attesa nessuno mi parlava dall’altro capo del telefono. Desisto. Vado in farmacia: siamo desolati, dicono, comunque questa cosa è capitata anche ad altri, cercano di rinfrancarmi. Chiamo il mio dottore che non risponde, anche lui. La vita da no vax è deprimente. Sicuro». Alla fine ha il colpo di genio: «Rifaccio lo screenshot del Qr che il ministero mi aveva mandato e magicamente appare la spunta verde, sono un vaccinato, finalmente». La sua morale finale che ha tratto dalla sua esperienza è che essere creduti non è facile di questi tempi «e quindi apprezzo sempre più il comportamento di quella signora che mio ha creduto».

 

 

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Il Messaggero