Gran Sasso, escursionisti precipitano dal monte Camicia: due morti

Gran Sasso, escursionisti precipitano dal monte Camicia: due morti
Tragedia sulla parete nord del monte Camicia (Gran Sasso): due i morti. I cadaveri sono stati recuperati dal Soccorso Alpino e dal 118. Le vittime sono Roberto Iannilli di...

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Tragedia sulla parete nord del monte Camicia (Gran Sasso): due i morti. I cadaveri sono stati recuperati dal Soccorso Alpino e dal 118. Le vittime sono Roberto Iannilli di Ladispoli, e Luca D'Andrea di Sulmona. L'incidente si è verificato sul versante Teramano.

 
Roberto Iannilli, 62 anni, sposato, di Ladispoli, e Luca D'Andrea di Sulmona, da molti anni erano impegnati in imprese comuni. In particolare Iannilli è considerato uno dei massimi esperti di arrampicata in Italia. Ha aperto centinaia di nuovi itinerari in Italia e all'estero. Ha vinto per due volte il premio Consiglio, massimo riconoscimento alpinistico italiano. Era particolarmente legato al Gran Sasso dove, in solitaria o con altri escursionisti, ha aperto più di 100 nuove vie. È stato inoltre tra i finalisti al premio internazionale Piolet d'Or, per una impresa compiuta sulle Ande peruviane. Molto nota, tra gli appassionati, è anche la sua scalata alla «Bartolomei Tower», sull'Himalaya.
Iannilli già nel 2010 era sopravvissuto a un incidente simile, sempre sul Gran Sasso, durante una scalata: era precipitato per una trentina di metri e si era fratturato i polsi e ferito alla testa. L'amore per la montagna l'aveva spinto a scrivere un libro nel 2012 che aveva riscosso un buon successo: "Forse accade così, l'alpinismo è un gioco, ma non uno scherzo".
Iannilli era appassionato anche di corse podistiche e insieme alla figlia animava serate teatrali sul litorale romano,




Sembra che la famiglie degli scalatori, non avendo notizie di loro, li cercassero da ieri sera. I corpi sono già stati recuperati e portati in obitorio. 


I corpi degli alpinisti sono stati trovati uno accanto all'altro, legati da una unica corda. Impossibile al momento ricostruire la causa della tragedia. «Stavano scalando una parete che ha uno sviluppo di 1200 metri - spiegano dal Soccorso Alpino - e non si può stabilire da che altezza siano precipitati». Non si esclude che uno dei due scalatori sia stato colpito da un masso perdendo così l'appiglio e trascinando il compagno.

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Il Messaggero