Gran Sasso, la tragedia degli alpinisti che insegnavano la sicurezza

Sono deceduti lungo la parete nord del Corno Piccolo, a 2.500 metri, sul versante teramano del Gran Sasso

Gran Sasso, la tragedia degli alpinisti che insegnavano la sicurezza
Raffaello Toro, 48enne, guida alpina di Spoltore, e Gianluca Camplone, 51enne, escursionista di Pescara, hanno perso la vita sulla montagna che amavano. Loro, esperti di...

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Raffaello Toro, 48enne, guida alpina di Spoltore, e Gianluca Camplone, 51enne, escursionista di Pescara, hanno perso la vita sulla montagna che amavano. Loro, esperti di arrampicate in sicurezza, tanto da parlare in pubblico per spiegare che i rischi devono essere calcolati.

Sono deceduti lungo la parete nord del Corno Piccolo, a 2.500 metri, sul versante teramano del Gran Sasso. Sono precipitati lungo il canale Sivitilli, ancora coperto di neve, sul versante di Prati di Tivo. L'incidente è stato segnalato da un altro gruppo di alpinisti che ha assistito alla caduta e ha dato l'allarme. I carabinieri della stazione di Pietracamela stanno conducendo le indagini per determinare le cause dell'incidente. L'obiettivo principale è fornire risposte alle famiglie delle vittime e di garantire una chiara comprensione degli eventi per evitare simili tragedie in futuro.

Raffaello Toro, marito e padre di una bimba di 9 anni, era un esperto guida alpina ed era membro della "Guida Alpina Uiagm - Abruzzo". Era conosciuto e stimato sia dagli appassionati di montagna che dagli amanti dell'arrampicata. La sua attenzione per la sicurezza era evidente, tanto che era stato intervistato più volte riguardo alle norme di sicurezza da seguire in montagna.

Toro dedicava parte del suo tempo a visitare scuole in tutta la regione per condividere la sua conoscenza e diffondere la consapevolezza sulla sicurezza in parete e sulla montagna in generale. La comunità montana e gli amici di Raffaello sono profondamente colpiti da questa tragica perdita. Centinaia di messaggi di cordoglio postati sui social. «Le tragedie in montagna, purtroppo, accadono spesso, per i motivi più vari, ma sono tragedie sempre e fanno male. Quando accadono a qualcuno che conosci, che stimi, che ammiri ti prende un "colpo al cuore" e ti senti personalmente ferito. Così mi sento in questo momento davanti alla notizia del tragico incidente che ha coinvolto il bravissimo Raffaello Toro e la sua famiglia, la moglie Francesca e la figlia. Non so cosa dire, non so cosa fare, se non prendermela con il destino atroce che a volte porta via un marito, un padre, un grande amore alla sua famiglia» scrive Antonio.

«Al momento sono senza parole», commenta Davide Di Giosaffatte, presidente delle guide alpine Abruzzo. «Raffaello di certo non meritava questa fine. Era una delle guide alpine più brave e meticolose che abbia mai conosciuto», ha aggiunto. «Sinceramente non capisco cosa possa essere successo». Inoltre, Di Giosaffatte afferma di conoscere bene anche Gianluca Camplone. Racconta che era anche lui un grande appassionato di montagna e faceva parte dello "Sci club Aterno Pescara". Raffaello e Gianluca si erano conosciuti tre anni fa quando Gianluca aveva scelto Raffaello come guida alpina per scalare, poi erano diventati amici e andavano spesso in cordata insieme.
 

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Il Messaggero