Gli appelli degli “invisibili” nell'Abruzzo con i riflettori spenti

Aleandro Mariani, 30 anni originario di Canistro, cantante lirico
Oltre cinquanta giorni senza gli artisti, i teatri sono stati tra i primi a chiudere e forse saranno gli ultimi a riaprire, spettacoli sospesi, gli spettatori sono a casa, nel...

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Oltre cinquanta giorni senza gli artisti, i teatri sono stati tra i primi a chiudere e forse saranno gli ultimi a riaprire, spettacoli sospesi, gli spettatori sono a casa, nel periodo più buio e lungo degli ultimi tempi, e si che l’arte è ossigeno per molti, vita, gioia e sentimento... eppure, il settore dello spettacolo pare sia stato completamente dimenticato nella Fase 2.


Nella sua accorata lettera aperta, Aleandro Mariani, cantante lirico originario di Canistro, si definisce «portavoce di un settore dimenticato» e ha deciso di scriverlo in una lettera aperta agli italiani, al Premier, ai ministri, ai governatori: «Sono un giovane artista e mi permetto proprio in questo Primo maggio senza lavoro, di segnalare la nostra condizione di “invisibili”: apprendo con molto rammarico il tacito silenzio da parte delle istituzioni nazionali, regionali e locali sui lavoratori dello spettacolo; chi produce cultura ed emozioni non è considerato molte volte come un vero lavoratore».

Non vi è alcun dubbio che il settore dell’intrattenimento è in forte affanno, gli artisti è vero, non si perdono mai d’animo e a volte riescono a fronteggiare l’emergenza utilizzando le loro improvvisazioni, sacche d’aria per attenuare il disagio, utili a tenere un legame, seppur effimero e sottile, con il loro pubblico e lo fanno per lo più attraverso i Social: dirette Instagram, letture di grandi classici o semplici siparietti che permettono di assistere a degli spaccati unici delle loro vite quotidiane, allietanti delle lunghe e noiose giornate passate in casa.

«Queste sono mie semplici riflessioni, ed anche, se non me ne vogliate, questo è uno sfogo su quello che vivono migliaia di persone quotidianamente, abbiamo solo punti interrogativi. I nostri teatri- continua nella sua lettera- le orchestre in generale, ma anche tutte quelle attività subordinate al teatro e allo spettacolo, sono ormai ridotte all’osso con gli innumerevoli tagli economici che hanno subito in tutti questi anni; l’unica cosa certa che abbiamo in teatro, sono le passerelle dei vari rappresentanti politici, che puntualmente non mancano con il biglietto “gratis”».


Si unisce anche un altro coro degli “esclusi” e lo fanno attraverso un “Appello del Coordinamento delle Compagnie di teatro indipendente extra-Fus e attori professionisti”, cui hanno aderito attori, registi, musicisti, performer, animatori, che non hanno nessun motivo di festeggiare; chiedono che l’ente Regione Abruzzo dichiari lo «stato di crisi per l’intero settore teatrale e attivi subito un tavolo di confronto con le compagnie teatrali e i singoli professionisti, per far fronte all’emergenza e per avviare un lavoro di coordinamento che favorisca la ripresa delle attività, oltre all’attivazione di un adeguato, concreto, intervento economico, immediato e straordinario, al fine di sostenere quanti vivono uno stato di difficoltà e crisi eccezionale, siano essi compagnie o singoli artisti che operano nel settore spettacolo dal vivo, non essendo sostenuti da altri finanziamenti come il Fondo unico dello spettacolo».

Sabrina Giangrande Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero