Fuochi artificiali quando vinceva il Giulianova: morto il super-tifoso Vincenzo Persiani, il “fuochista”

Fuochi artificiali quando vinceva il Giulianova: morto il super-tifoso Vincenzo Persiani, il “fuochista”
Era soprannominato “il tifoso fuochista” perché a fine di ogni partita del Giulianova, ogniqualvolta le cose andavano bene, organizzata un piccolo incendio di...

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Era soprannominato “il tifoso fuochista” perché a fine di ogni partita del Giulianova, ogniqualvolta le cose andavano bene, organizzata un piccolo incendio di fuochi d’artificio che, alla fine, era diventata una consuetudine e, per questo, gli avevano affiliato quell’appellativo.

Vincenzo Persiani si è spento alla Casa di Riposo De Benedictis di Teramo, dove era stato ricoverato per i disturbi legati all’età, prossimo a raggiungere i novant’anni. Aveva sempre abitato nel condominio Persiani, che nasce su via Macchiavelli e che si affaccia anche sulla Nazionale Adriatica non lontano dall’allora “covo” dei tifosi giallorossi, il bar Agrò (prima denominato Bar Roma) dove lo si notava spesso al centro di simpatiche discussioni calcistiche alle quali non faceva mancare mai una battuta e dove qualche volta, all’aperto, nelle giornate in cui il Giulianova giocava fuori casa e vinceva, regalava un fuori programma da supertifoso organizzando anche un piccolo “sparo”.

Vincenzo era stato un provetto muratore, un’attività dapprima con il padre e poi con il fratello con il quale divideva anche l’abitazione ma quando questo morì rimase solo. Innamoratissimo della sua città, decise di omaggiare di quella sua originale specialità, piccoli ed improvvisati fuochi d’artificio al termine di manifestazioni estive di particolare rilevanza ed una sera, a sorpresa, mentre scendeva il sipario al termine di un’opera lirica in piazza Buozzi, il cielo si colorò dei suoi fuochi regalando qualche emozione in più agli spettatori. La salma è stata composta nella Casa funeraria Gerardini ed i funerali si svolgeranno questa mattina alle 10 nella chiesa di San Pietro. Non era sposato e lascia le sorelle Maria Pia, Splendora e Vittoria, tutte ex grandi tifose.


 

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Il Messaggero