Giulia precipitata dal ponte, memorial per i sette anni dalla tragedia

Giulia precipitata dal ponte, memorial per i sette anni dalla tragedia
Quest’anno la giovane tortoretana Giulia Di Sabatino avrebbe compiuto 26 anni se quella maledetta notte tra il 31 agosto e il primo settembre del 2015 non fosse precipitata...

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Quest’anno la giovane tortoretana Giulia Di Sabatino avrebbe compiuto 26 anni se quella maledetta notte tra il 31 agosto e il primo settembre del 2015 non fosse precipitata dal cavalcavia dell’A14. Una dolorosa vicenda giudiziaria archiviata dagli inquirenti come suicidio. Ma per i genitori della ragazza, invece, qualcuno quella sera avrebbe gettato dal cavalcavia Giulia o addirittura la ragazza sarebbe stata uccisa prima con il corpo buttato successivamente all’omicidio per simulare un suicidio.

Mercoledì sera, in occasione dell’anniversario della morte di Giulia Di Sabatino, la presidente del Coordinamento Codice rosso, Adele Di Rocco, ha organizzato un memorial: alle 19, verrà celebrata una messa nella chiesa di San Nicola a Tortoreto alto, dopodiché, alle 21, seguirà una fiaccolata dal belvedere “la Fortellezza”. «La presenza di chi vorrà partecipare rappresenta un momento importante per stringersi al dolore della famiglia – commenta la Di Rocco -. Uniti al lancio delle lanterne per fare gli auguri di buon compleanno a Giulia».

Quella sera, infatti, la giovane compiva 19 anni. A casa aveva già pronte le valigie per raggiungere, il giorno seguente, la sorella Vanessa a Londra. Nulla, insomma, avrebbe fatto presagire un gesto volontario così estremo. Ed è anche per questo che i genitori, mamma Meri e papà Luciano, ancora oggi continuano a battersi per cercare una verità in antitesi con quella degli inquirenti. A breve dovrebbe essere rimessa l’ultima relazione da parte di un team di specialisti che li affianca per chiedere una nuova riapertura delle indagini sulla base di ulteriori elementi mai emersi fino ad oggi. In passato i familiari si sono opposti a due richieste di archiviazione da parte della Procura, ottenendo solo nel primo caso nuove indagini terminate però pure queste con l’archiviazione.

Eppure non hanno mai perso la speranza di ottenere giustizia per Giulia, perché è questo ciò che chiedono. Mentre nel frattempo va avanti l’unico processo avviato in questi a carico del giuliese Francesco Giuseppe Totaro per induzione alla prostituzione minorile e pornografia minorile e aperto dalla Procura distrettuale dell’Aquila dopo il rinvenimento, sul suo cellulare, di numerose foto osè di Giulia e di altre ragazze all’epoca tutte minorenni. Un processo nel quale solo i familiari della ragazza di Tortoreto si sono costituiti parte civile (assistiti dagli avvocati Antonio Di Gaspare e Gianfranco Di Marcello) durante il quale l’accusa ha chiesto che nel fascicolo del dibattimento possa entrare la relazione del consulente rimessa proprio nell’ambito del procedimento archiviato sulla morte di Giulia, questo per andare alla ricerca a ritroso nel tempo di prove fotografiche risalenti addirittura al 2013.

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Il Messaggero