«Maresciallo hanno rapito Figaro, il nostro gattino, i ladri sono entrati di notte nel giardino della nonna e lo hanno preso. Per favore ci aiuti a trovarlo, siamo venuti...
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Nessuno in casa ha il coraggio di dire ai bambini che Figaro è morto, e allora il padre inventa la storia del rapimento. Lo fa per dare una illusione ai figli di ritrovare il gatto, e spera anche che con il passare dei giorni la ricerca del micio si allenti. Macché, Flavio e Valerio sono intenzionati a ritrovare il loro amico e percorrono per giorni le strade del paese e sussultano ogni volta che intravedono un gatto grigio. «Papà andiamo dai carabinieri» dicono alla fine i gemelli e il padre non può dire di no. Arrivati in caserma l'uomo si allontana dai figli e mette al corrente il maresciallo su tutta la vera storia. Si scusa con il comandante e ammette: «Non sapevo come fare a dire di no».
Il maresciallo pensa che questi bambini così ostinati nel volere salvare il loro micio vanno aiutati in qualche modo. Li fa sedere nel suo ufficio, si fa descrivere il gatto, i gemelli hanno una sua foto. Il maresciallo la prende e la passa al brigadiere: «Dobbiamo cercare questo gatto, faccia vedere la foto a tutti i carabinieri» dice e il brigadiere, anche lui, sta al gioco e risponde: «Sissignore».
Valerio e Flavio ora sono meno tristi, Figaro tornerà a casa. Il padre ringrazia il maresciallo, e si mette in cerca di un altro Figaro.
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Il Messaggero