Morto per una sospetta meningite, al funerale la salma non c’era. E’ successo ieri pomeriggio a Penne (Pescara) quando per il rito funebre di Giancarlo Brindisi, il...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
E così ieri mattina la salma è stata prelevata dalla camera mortuaria dell’ospedale che, scortata dai carabinieri, è stata trasportata all’ospedale di Chieti dove sarà eseguita l’autopsia. La direzione sanitaria del San Massimo aveva parlato di una sospetta meningite che avrebbe colpito l’uomo presentatosi venerdì sera al pronto soccorso con febbre alta da oltre 24 ore. Nelle quattro ore di permanenza in ospedale, Brindisi è stato dapprima visitato dal pronto soccorso e poi smistato in ortopedia, vista la mancanza di letti nell’unità medica accorpata alla geriatria (con sole 30 degenze possibili), dove un posto libero poi gli è stato trovato. Ma intorno alle 23,30 di venerdì l’uomo è spirato. Da subito si è parlato di una sospetta meningite per i sintomi mostrati, la direzione sanitaria ha avvalorato l’ipotesi, ordinando la profilassi nei confronti del personale sanitario e dei familiari della vittima. Insoddisfatti delle spiegazioni mediche fornite, i tre figli di Brindisi si sono recati al comando della compagnia dell’Arma di Penne per lamentarsene. La procura della Repubblica di Pescara non ha pertanto autorizzato la tumulazione della salma, disponendo l’autopsia che sarà svolta a Chieti. Ieri pomeriggio però, fra lo stupore dei numerosi conoscenti ed amici di Brindisi, ignari circa gli ultimi sviluppi del caso, si è celebrato ugualmente, come annunciato dai manifesti funebri, alle 16 nella chiesa della Madonna del Carmine un funerale senza feretro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero