Annullate le nozze di giugno e luglio, il settore wedding prova a ripartire

Annullate le nozze di giugno e luglio, il settore wedding prova a ripartire
FRANCAVILLA Riparte dalla cultura il settore wedding, uno dei più colpiti dalla pandemia anche in Abruzzo, che ha si è ritrovato al Convento Michetti di Francavilla,...

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FRANCAVILLA Riparte dalla cultura il settore wedding, uno dei più colpiti dalla pandemia anche in Abruzzo, che ha si è ritrovato al Convento Michetti di Francavilla, per reagire alla crisi. La casa e lo studio di Francesco Paolo Michetti sono stati la location dell’Inspiration wedding, un progetto che coinvolge diversi imprenditori abruzzesi che hanno trovato la forza e la voglia di ricominciare proprio nella cultura abruzzese, unendo le loro professionalità. La casa del celebre pittore è diventata la fonte di ispirazione di professionisti e imprenditori del business delle cerimonie per fare squadra, innovare il settore e seminare per un prospero 2021.


L’evento ha richiamato diversi partecipanti, tra cui giovani coppie che hanno rinviato le loro nozze al prossimo anno. «E’ un progetto - spiegano gli organizzatori - che diventa il simbolo della ripartenza anche per noi del wedding, perché si torni presto a pronunciare il fatidico sì, senza dimenticare che quello degli eventi e dei matrimoni è un business importantissimo per l’economia italiana e per il made in Italy che fa quasi il 15% del Pil italiano, compreso tutto l’indotto». Dal 15 luglio è stato possibile riaprire le sale ricevimenti, le location per cerimonie e tutti gli operatori del settore wedding hanno potuto riprendere in mano il planning dei matrimoni fissati. La stagione consacrata ai matrimoni è comunque saltata, annullate le cerimonie di giugno e luglio, pochissime le date confermate per agosto e settembre e quasi tutto è stato rimandato al 2021.

Questo è un comparto che coinvolge oltre 80 mila imprese di varie dimensioni e settori merceologici: dagli abiti da sposa, alle bomboniere, fotografi e videomaker, fino alle fiere dedicate, fiori, catering, location matrimoniali, musicisti, noleggi di auto, parrucchieri e make-up artist specializzati, wedding planner. Poi c’è la filiera, dall’agroalimentare fino al tessile e all’accoglienza. Nel 2020 si sarebbero dovuti realizzare in Italia circa 200 mila matrimoni, di cui più di 9 mila stranieri, con un valore pari a circa 42 miliardi di euro. Solo tra marzo e aprile sono stati cancellati 17 mila matrimoni, saliti a 50 mila tra maggio e giugno, con una perdita stimata per l’indotto di circa 26 miliardi, pari ad oltre l’80% del fatturato rispetto allo scorso anno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero