Gianluigi folgorato sul traliccio al posto di un collega: indagati due operai

Gianluigi folgorato sul traliccio al posto di un collega: indagati due operai
Non sarebbe dovuto salire lui su quel traliccio, a Teramo, ma il suo collega che in quel momento stava tornando al furgone parcheggiato poco distante per scaricare tutto il resto...

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Non sarebbe dovuto salire lui su quel traliccio, a Teramo, ma il suo collega che in quel momento stava tornando al furgone parcheggiato poco distante per scaricare tutto il resto dell’occorrente. «Mi imbraco e salgo io», gli aveva detto. Poi ha avvertito l’urlo. E quando si è voltato ha capito che Gianluigi era già salito.

Sono due gli indagati per omicidio colposo per la morte sul lavoro del 26enne di Campli avvenuta tre giorni fa tra Travazzano e Valle San Giovanni. Si tratta dei due operai che quella mattina erano con Gianluigi Ragni sul posto e potrebbero aver assistito ai fatti: uno di loro è dipendente sia della ditta della zona che realizza impianti elettrici per conto di Enel, sia di un’altra impresa subappaltatrice che stava effettuando l’intervento; il secondo operaio, invece, è dipendente di Enel Distribuzione, responsabile quel giorno della linea e di dare l’ordine di servizio per il distaccamento della corrente dal traliccio.

Immediatamente sotto sequestro è finito proprio quell’ordine di servizio dal quale, adesso, gli inquirenti stanno partendo nelle indagini per ricostruire la dinamica dell’accaduto e accertare come siano andate esattamente le cose. Gianluigi era un operaio esperto e conosceva le procedure. Sapeva bene che durante la prima salita bisogna effettuare il controllo del passaggio di corrente ad una distanza minima di tre metri e mezzo dai cavi della tensione. Secondo una prima ricostruzione, e così come sarebbe stato subito riferito dal collega della vittima ora indagato agli investigatori, lo stesso che quel pomeriggio ha avvertito un malore perché sotto choc, pare che toccasse a lui salire sul traliccio e non a Gianluigi. Ma il 26enne lo avrebbe anticipato, imbracandosi mentre il collega stava tornando al furgone per prendere il materiale rimasto all’interno. Il mezzo, infatti, era stato parcheggiato a circa quattrocento metri di distanza a causa della posizione in aperta campagna in cui si trova il traliccio. 

Da accertare, però, c’è anche il distacco del passaggio di corrente da parte di Enel Distribuzione, che può essere effettuato da remoto o in questo caso sembrerebbe da una cabina nelle vicinanze alla quale, comunque, può accedere solo un addetto della società stessa. Non è escluso, quindi, che in fase di indagini la Procura (titolare del fascicolo è la sostituta procuratrice Greta Aloisi) possa a breve disporre un accertamento tecnico. Ieri, intanto, è stata eseguita l’autopsia che ha confermato la morte del giovane operaio per lesioni elettriche, causate dalla forte scarica. Presenti all’esame irripetibile l’anatomopatolo Giuseppe Sciarra, nominato dalla Procura, e poi i medici legali Michele Farinacci e Rossana Cecchi per gli indagati che sono difesi dagli avvocati Enrico Mazzarelli ed Emiliano Laraia. La famiglia di Ragni, invece, si è affidata all’avvocato Pietro Referza. Il funerale domani alle 14 al Duomo.

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Il Messaggero