Finanziere morto nello schianto, le ferite compatibili con i bulloni del guardrail

Finanziere morto nello schianto, le ferite compatibili con i bulloni del guardrail
E' stato un colpo alla testa a provocare la morte di Gianfranco Bellini, il finanziere di 54 anni, padre di tre figli, vittima mercoledì mattina di un tragico incidente...

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E' stato un colpo alla testa a provocare la morte di Gianfranco Bellini, il finanziere di 54 anni, padre di tre figli, vittima mercoledì mattina di un tragico incidente stradale lungo l'asse attrezzato di Pescara, fra gli svincoli di via Aterno e di piazza Unione. Un urto micidiale a seguito del quale ha avuto un'emorragia cerebrale, che non gli ha lasciato scampo. La morte è stata immediata. E' quanto emerso dell'autopsia, effettuata ieri pomeriggio dal medico legale Cristian D'Ovidio, su incarico del pm Rosangela Di Stefano che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta.


Esclusi il malore o altre patologie. Per ora, restano sotto accusa i bulloni filettati e sporgenti presenti alla base del guardrail contro cui il finanziere, molto noto anche come guardia zoofila, si è andato a schiantare dopo aver perso, ad una curva, il controllo della sua moto: una Suzuki R600. Il trauma riportato dal 54enne potrebbe di fatto essere compatibile con uno di quei bulloni, anche se per avere la la certezza assoluta, nei prossimi giorni, il medico legale si recherà insieme alla polizia stradale, che si è occupata dei rilievi e di ricostruire la dinamica dell'incidente, sul luogo della tragedia per un accurato sopralluogo. A far pensare subito al bullone come causa della morte, un profonda spaccatura, un buco presente nel casco che Bellini portava allacciato.


Stando a quanto emerso dai primi accertamenti, dopo aver perso il controllo della moto, a seguito probabilmente di una frenata, il 54enne sarebbe caduto di faccia, quindi avrebbe urtato la testa contro uno dei bulloni e il resto del corpo contro gli altri tre. Diverse fratture ha riportato nella parte sinistra. La moto, invece, ha proseguito da sola la sua corsa per una decina di metri sino sino a toccare una Fiat Panda, che era incolonnata dietro ad altre vetture. Una tragedia che ripropone più che mai il problema della sicurezza dell'asse attrezzato, dove gli incidenti sono diventati all'ordine del giorno. L'ultimo, nella tarda mattina di ieri. Di sicuro, se gli accertamenti medico-legali insieme a quelli della polizia stradale confermeranno che a causare la morte del 54enne è stata una di quelle grosse vite, non mancheranno le conseguenze sul piano giudiziario. Chiarezza vogliono anche i familiari e i tanti amici di Bellini, che ora aspettano solo di salutarlo per l'ultima volta. Questa mattina, quasi certamente, il magistrato restituirà la salma ai parenti così da consentire loro di organizzare i funerali. Per i suoi colleghi del comando provinciale della guardia di finanza, in cui prestava servizio, ma in generale tutti quelli che lo conoscevano, Bellini era una persona sempre sorridente e disponibile. Dedicava tutto il suo tempo libero agli animali che adorava. Faceva parte della lega del cane di Pescara, a detta della quale era “un supporto affidabile, un volontario come pochi, una guarda zoofila integerrima" Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero