Fa finta di essere incinta per riconquistare il suo ex: condannata

Fa finta di essere incinta per riconquistare il suo ex: condannata
Quando lo stalker è donna. Avrebbe perseguitato un uomo conosciuto in chat l'imprenditrice 50enne, originaria di un paese dell'Alto Sangro, condannata a nove mesi...

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Quando lo stalker è donna. Avrebbe perseguitato un uomo conosciuto in chat l'imprenditrice 50enne, originaria di un paese dell'Alto Sangro, condannata a nove mesi di reclusione e cinquemila euro di provvisionale, oltre al pagamento delle spese processuali. È la pena stabilita dal giudice monocratico del Tribunale di Sulmona, Francesca Pinacchio, per il reato di atti persecutori.

La vittima, in questo caso, è un agente di polizia penitenziaria. I due si sarebbero conosciuti su un sito di incontri gratuito. Inizialmente, avrebbero interagito manifestando con i like apprezzamenti reciproci. Poi si è passati ai messaggi nella chat privata. E dopo diversi mesi, lo scambio del numero del cellulare e il primo appuntamento. Dall'incontro sarebbe nata una breve relazione sentimentale, probabilmente, non corrisposta da entrambi le parti. Una frequentazione, se così può essere definita, che l'agente penitenziario avrebbe interrotto gradualmente, in quanto diventata difficile.

Stando agli atti investigativi, la donna, affascinata dall'uomo, non avrebbe accettato l'allontanamento, mettendo in atto strategie per riallacciare una relazione, ormai finita. Come quella di fingersi di essere in gravidanza, pur di tornare insieme a lui. Avrebbe anche perseguitato l'agente, con ripetuti messaggi e telefonate. Così come, pedinamenti, sul posto di lavoro. Ripetute condotte vessatorie, a cui sono seguiti atti persecutori, che avrebbero ingenerato nella vittima, uno stato d'ansia e timore. L'uomo si è così rivolto ai carabinieri. Gli inquirenti, nell'intensa attività investigativa, sono riusciti a documentare diversi episodi. Gli immediati approfondimenti sui fatti, hanno portato i militari, a comprendere gli estremi di reato, poi riportati all'autorità giudiziaria, che ha proceduto con la condanna e la pena sospesa.

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Il Messaggero