Gran Sasso, stop dalla Regione all'esperimento nucleare

Gran Sasso, stop dalla Regione all'esperimento nucleare
Pugno duro della Regione, che mette in pratica per la prima volta il protocollo d’intesa sottoscritto a tutela della sicurezza ambientale del Gran Sasso. «Non è...

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Pugno duro della Regione, che mette in pratica per la prima volta il protocollo d’intesa sottoscritto a tutela della sicurezza ambientale del Gran Sasso. «Non è accaduto nulla ma non possiamo permettere che questi episodi si verifichino ancora in futuro» ha tuonato ieri in conferenza stampa il vice presidente della giunta Giovanni Lolli. Il riferimento è ai test, in preparazione nei laboratori Infn, con l’utilizzo di sorgenti radioattive. «Un camion – ha detto Lolli - ha fatto ingresso nei laboratori del Gran Sasso senza trasportare alcun materiale radioattivo. Era vuoto. Si è trattato di una prova generale per un nuovo esperimento. Non è accaduto nulla ma non possiamo permettere che questi episodi si verifichino ancora in futuro. Di questa attività, sia pure assolutamente neutra, il tavolo congiunto che abbiamo costituito a settembre, non è stato in nessun modo informato per cui chiediamo di sospendere qualunque attività, senza prima condividerla e valutarla, per evitare rischi di interferenza con le acque del bacino idrico del Gran Sasso».


Lolli ha convocato in gran fretta la conferenza stampa dopo le polemiche divampate nei giorni scorsi sull'esperimento denominato “Sox” (parte di quello denominato Borexino) che ha visto i laboratori nazionali del Gran Sasso (impegnati in un'attività di transito di un mezzo di trasporto per una prova generale. A detta del direttore dei laboratori, Stefano Ragazzi, test “in bianco”, ovvero senza materiale, come ottemperanza a una prescrizione Ispra a seguito di un’autorizzazione ministeriale. Test, appunto, preparativi, in vista di quello che potrebbe essere l’esperimento vero e proprio (Ragazzi ha detto che non è sicuro che si faccia) attraverso l’utilizzo del Cerio 144.


«Vogliamo esattamente sapere, conoscere e valutare ogni passaggio - ha aggiunto Lolli - poiché per le attività che laboratori e Strada dei Parchi svolgono è previsto una rigorosa procedura preventiva di comunicazione e autorizzazione da parte del Tavolo regionale. Non siamo pregiudizialmente contrari all'esperimento, anzi siamo favorevoli allo sviluppo delle attività del più importante centro di ricerca d'Italia. Ma vogliamo capire e conoscere. Il Tavolo che io presiedo è un lavoro collegiale che prevede procedure di controllo, allerta e condivisione di ogni attività. Una strategia per mettere innanzitutto in assoluta sicurezza il sistema poiché occorrono interventi infrastrutturali e importanti investimenti che contiamo di definire entro la prima metà del 2019. Nel frattempo dobbiamo adottare rigorose misure di monitoraggio, allerta, condivisione delle informazioni tra i soggetti coinvolti e informazione trasparente e corretta verso l'opinione pubblica anche per evitare esagerazioni o allarmismi. E in questo caso, purtroppo, questa procedura non è stata osservata. Martedì prossimo terremo un incontro pubblico a Isola del Gran Sasso poiché i sindaci, le associazioni e le popolazioni vanno giustamente informate di quanto accaduto e di quanto faremo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero