Entrò in ospedale a Chieti per sottoporsi all'emodialisi ma proprio durante la seduta venne colpita da fibrillazione con conseguente arresto cardiaco. Un medico le...
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Per il decesso di A.R.C., 65 anni, residente a Chieti, c'è un' inchiesta aperta in seguito all'esposto presentato dal figlio e ieri il gip del Tribunale teatino Isabella Maria Allieri, con l'incidente probatorio, ha affidato la perizia per accertare se la morte sia causalmente riconducibile a responsabilità di uno o più sanitari che hanno avuto in cura la donna. Sono indagati (l'avviso di garanzia è atto dovuto per permettere la nomina di un consulente) 22 medici degli ospedali di Chieti e Lanciano, l'ipotesi di reato per cui si procede è la responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario. La perizia è stata affidata a periti iscritti nell'albo di un Tribunale non ricompreso nel distretto del Tribunale di Chieti essendo il procedimento a carico di parecchi medici di strutture locali: i periti nominati sono il dott. Antonio Tombolini, medico legale iscritto all'albo presso il Tribunale di Ancona, e il dott. Giancarlo Raccosta, nefrologo iscritto all'albo del Tribunale di Macerata. Avranno 60 giorni per accertare sulla base della documentazione acquisita e agli atti, e dunque non ci saranno né riesumazione né autopsia, innanzitutto dinamica e causa del decesso. E dovranno dire se siano ravvisabili elementi di colpa medica sotto il profilo dell'imperizia, imprudenza, o negligenza, anche avuto riguardo alla prevedibilità e prevenibilità dell'evento e in caso affermativo se sussiste nesso di causalità fra la condotta colposa dei sanitari e l'evento verificatosi, se sia stata l'unico causa o se abbiano concorso cause concorrenti o sopravvenute. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero