Faceva entrare droga e cellulari in carcere: sospeso assistente capo della Polizia penitenziaria

Faceva entrare droga e cellulari in carcere: sospeso assistente capo della Polizia penitenziaria
Emessa a seguito di una complessa ed articolata attività d’indagine un'ordinanza applicativa della misura cautelare personale interdittiva (sospensione)...

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Emessa a seguito di una complessa ed articolata attività d’indagine un'ordinanza applicativa della misura cautelare personale interdittiva (sospensione) presso la Casa Circondariale di Pescara nei confronti di un assistente capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso l’istituto di pena.

L'indagine nasce dalle numerose segnalazioni pervenute sia al direttore che al personale in servizio presso la locale casa circondariale, riguardanti un illecito ingresso all’interno dell’Istituto di pena di sostanze stupefacenti ed apparecchi cellulari; materiale fatto pervenire per il tramite di un assistente capo, durante l’espletamento del proprio servizio.

All’esito dell’attività d’indagine la Procura chiedeva a carico dell’indagato, la misura cautelare degli arresti domiciliari; il Gip, ritenendo che la misura interdittiva dalle proprie funzioni potesse essere sufficiente per scongiurare la realizzazione di ulteriori condotte delittuose, applicava nei riguardi dell’assistente capo, la misura cautelare interdittiva del divieto di svolgere il pubblico servizio presso la Casa Circondariale di Pescara.

L'agente risulta indagato in quanto in più occasioni delittuose nell’arco temporale compreso tra aprile e giugno 2022, nell’esercizio delle proprie funzioni ed in qualità di assistente capo della Polizia Penitenziaria, si è reso responsabile dei reati di cui agli artt. 319 e 357 c.p., poiché compiendo atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, consistiti nel consegnare in un’occasione ad un detenuto uno smartphone, riceveva la somma di 400 euro; in altra occasione riceveva da una donna imparentata con un detenuto presso la Casa Circondariale di Pescara gr. 200 di hashish e gr. 20 di cocaina, consegnandoli poi all’interessato, ricevendo come compenso gr. 2,5 di cocaina di cui l’assistente capo della Polizia Penitenziaria risulta essere assuntore; in altra occasione sempre per gli stessi reati, compiendo atti contrari ai suoi doveri d’ufficio, riceveva dalla stessa donna gr. 196 di hashish e 18,8 di cocaina, consegnandoli successivamente al detenuto e ricevendo quale compenso gr. 2 di cocaina.

 

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Il Messaggero